Luci a Formello, parla il Profeta: “Siamo forti, possiamo restare in alto… Contro l’Inter gara speciale”… Poi la profezia: “Alla fine del campionato saremo tutti felici!”
01.12.2010 15:00 di Daniele Baldini Fonte: Daniele Baldini -
LaLazioSIamoNoi.it
FORMELLO – Luci in sala, parla il Profeta. Finalmente davanti a taccuini e telecamere del quartier generale capitolino, verrebbe da dire. Non che nei primi tre mesi e mezzo di Lazio non abbia trovato il modo di divulgare le sue profezie, ma in Italia sono giunte sempre di rimbalzo, scremate da traduzioni e soprattutto senza la possibilità di interpretare gesti e sguardi. Dal 13 agosto, giorno della presentazione ufficiale, ad oggi ne sono passati di giorni, di giocate. “Doppi passi”, rifiniture ficcanti e decisive, intuizioni geniali, prodezze a tinte verde-oro condite da tre reti (due delle quali decisive) e una doppia capriola volante che ha fatto girare la testa al tifoso biancoceleste. Con il suo sbarco nella Capitale, il Mondo Lazio ha ripreso finalmente la tonalità dei momenti migliori, ha messo in un cantuccio il solito karma iettatorio, ha sciolto le catene del pessimismo, aprendo le porte alla sua genuina creatività. Un pizzico di spavalderia è tornata a saporire la ribalta dei biancocelesti che intorno al suo numero 8 hanno costruito le fortune di un inizio di stagione da incorniciare. Dall’arrivo in completo bianco stile anni 80 al secondo posto in classifica.
E’ l’occasione per riavvolgere il nastro e per stilare un primo bilancio della sua nuova esperienza laziale. L’ha fatto sfoggiando un italiano sofferto ma apprezzabile, con il consueto sorriso genuino: “
Sono soddisfatto, ma si può ancora fare meglio – ha spiegato Hernanes - .
Quando sono arrivato dovevo imparare troppe cose, dovevo adattarmi al calcio italiano, la lingua, la cultura. Adesso penso di poter dire di aver fatto delle buone partite. Oggi la nostra squadra è in una buona posizione in classifica. Sono soddisfatto, ma non completamente. Sia io personalmente che la squadra in generale possiamo migliorare”.
Non si nasconde, è consapevole delle difficoltà del calcio italiano, ma per il momento si gode l’avvio convincente e non esclude i traguardi più importanti: “La nostra mentalità è molto chiara: partita dopo partita dobbiamo cercare di dare il massimo e di vincere. La nostra volontà è quella di restare lì dove siamo ora, poi alla fine tireremo le somme e capiremo dove possiamo arrivare. Noi siamo forti, siamo secondi, dobbiamo lottare per restare in questa posizione. Il nostro obiettivo è questo e faremo di tutto per centrarlo”.
Dopo molti tentativi contro il Catania è tornato a gonfiare la rete con una bella conclusione dalla distanza: “Era tanto che non riuscivo a segnare da fuori area, questa è la mia caratteristica principale Domenica ci sono finalmente riuscito, serviva sia a me che alla squadra, che fino all’incontro con il Catania non era mai riuscita a segnare in questo modo. Questa è la mia specialità e posso fare ancora meglio”.
Esterno di destra, trequartista, centrocampista: sul suo ruolo da quando è arrivato alla Lazio si è discusso molto: “Il mister mi ha sempre chiesto dove avrei preferito giocare, io ho sempre detto che per me andava bene qualsiasi posizione del campo. Dicevo sempre si e lui ci ha anche scherzato sopra. Nella prima partita con la Sampdoria ho giocato esterno ed al mister è piaciuta questa soluzione. Poi mi ha schierato al centro, inizialmente è andata bene, ma dopo alcune partite ero poco al centro della manovra, toccavo poco la palla. Allora il mister mi ha spiegato che secondo lui sarei stato più al cento del gioco tornando a partire sulla destra ed in questa posizione mi sono trovato bene”.
Partirà in quella zona di campo anche venerdì sera, quando allo stadio Olimpico arriverà l’Inter campione d’Europa: “Sarà una gara difficile, perché l’Inter è una grande squadra, ma noi cercheremo di fare una buona prestazione. Vediamo se riusciremo a vincere, sarebbe molto importante ma sarà molto dura. Ce la metteremo tutta. E’ vero che loro hanno qualche assenza da sopportare, ma visto il loro organico questo non è un problema. Se all’Inter manca un giocatore ne entra uno migliore. Con il Parma hanno vinto nonostante mancassero 7 giocatori”. In passato è stato ad un passo dal vestire la maglia nerazzurra: “Non so se posso dire che sarei potuto andare all’Inter, certamente è una partita speciale, è inevitabile che lo sia quando si gioca contro squadre così forti”.
Quella contro la formazione di Benitez sarà la sua 58esima partita da gennaio a questa parte, ma assicura: “Sto bene, sono ancora giovane, posso giocare molte gare nel corso di un anno. In Brasile sono stato abituato a giocare molto”.
Per tenersi in condizione e per continuare a migliorare si affida da anni ad un personal trainer: “Quando io sono arrivato al San Paolo dal Recife ho iniziato a giocare con una grande squadra, ma ho trovato tante difficoltà, perchè ero piccolo fisicamente e magro, mentre i giovani della mia stessa età erano più grandi. Dovevo imparare altre tecniche che mi potessero differenziare. Per questo ho cercato una persona che mi potesse aiutare crescere”.
Il suo processo di adattamento al calcio italiano è ancora in corso: “Rispetto al Brasile è senza dubbio molto tattico e molto fisico. Per me è stata una sorpresa: quando sei in possesso del pallone il difensore cerca di togliertelo in tutti i modi, anche usando le braccia e dandoti calci. Fa di tutto per prendertela, ma gli arbitri non fischiano fallo. Questo è un aspetto a cui mi devo abituare, altrimenti si perdono troppi palloni”.
L’ultima battuta non poteva non essere che una profezia: “Dove arriverà la Lazio? In una posizione che renderà tutti felici”. Parola del Profeta…