Una delle immagini del pranzo a base di pane, porchetta e vino che ha dato il via alla Sapienza alla «settimana anticlericale», 4 giorni di contestazioni studentesche organizzate dal collettivo di Fisica contro la visita di Benedetto XVI in programma per giovedì 17 gennaio. L'intervento di Ratzinger in programma lo stesso giorno dell'inaugurazione dell'anno accademico ha suscitato non poche polemiche. Quasi settanta docenti hanno firmato una lettera inviata al rettore dell'ateneo chiedendo di annullare l'evento, giudicato «incongruo». Da parte sua il rettore Guarini ha fatto sapere che il Pontefice sarà accolto come «messaggero di pace» (foto Renato Ciofani)
(foto Simona Granati)
Un manifesto con una scritta inneggiante al «sapere laico» è stato appeso ai piedi della Minerva, la statua simbolo dell'università La Sapienza di Roma che sorge davanti al palazzo del rettorato.
«Il sapere non ha bisogno ne di padri ne di padroni - questa la scritta a caratteri cubitali -
per un sapere, una scienza e una università laici»
Il ministro pd «Dico sì all'iniziativa per il diritto di parola: il Pontefice dà prova di pluralismo»
Turco: e io vado alla «veglia» di Ferrara
"Quando ha detto messa spalle ai fedeli ci sono rimasta male.
Ma da ospite della Sapienza fa una scelta di umiltà"
ROMA - «L'ho chiamato per chiedergli di pubblicare un mio articolo sul Foglio e lui mi ha proposto: "Livia, perché non sottoscrivi l'adesione alla veglia che abbiamo organizzato per il diritto alla parola?". Gli ho risposto subito di sì, senza esitare. E mi sorprendo di chi si sorprende della mia iniziativa. Il diritto alla parola deve sempre valere, per tutti».
Livia è Livia Turco, ministro della Salute, difensore strenuo della legge 194, cattolica, membro di spicco del Partito democratico.
Lui è Giuliano Ferrara, direttore del Foglio, autore di una campagna potente per la moratoria sull'aborto. Ma anche artefice di un'altra iniziativa:
una veglia laica di conversazione e meditazione sul «carattere illiberale della contestazione del diritto di parola» del professor Joseph Ratzinger-Benedetto XVI all'Università La Sapienza. All'iniziativa, prevista per domani sera nella sede romana del Foglio, hanno già aderito in molti. Tra gli altri Antonio Polito, senatore del Pd, Daniele Capezzone, già segretario dei Radicali e deputato del gruppo misto, Barbara Palombelli, giornalista, Daniela Santanchè, deputata di «La Destra», Benedetto della Vedova, deputato di Forza Italia e presidente dei riformatori liberali, Alain Elkann, scrittore, Andrea Marcenaro, giornalista. E, appunto, Livia Turco.
Allora, ministro, sono gli altri, quelli che contestano la partecipazione del Papa all'apertura dell'anno accademico, a sorprendere lei?«Certo, io mi vedo impegnata ad abbattere tanti muri e ad allargare il dialogo. Mi è sembrato normale sostenere la visita di Ratzinger alla Sapienza. Io alla scelta attribuisco un significato completamente opposto a quello dei critici.
E il Papa offre una prova di pluralismo, di laicità e umiltà. Non si sostituisce al potere temporale. Non è mica lui che celebra l'apertura, è solo uno degli ospiti e siederà accanto a Fabio Mussi e a Walter Veltroni».
Al ministro non sfugge certo la portata della polemica innescata da un nutrito gruppo di docenti, la difesa della libertà di ricerca scientifica, l'accusa al Papa di aver giustificato il processo a Galileo.
«Basta con le guerre tra Guelfi e Ghibellini — taglia corto Livia Turco —. Bisogna distinguere il diritto alla parola dal diritto alla contestazione.
Quella di Papa Ratzinger è una prova di laicità, non sarà lì a fare una lectio magistralis, la sua è una scelta di umiltà e deve essere apprezzata.
Se avesse celebrato la cerimonia allora sarebbe stato uno scandalo, una forma di sovversivismo. Ma così no. Insomma mi piace quello che ha fatto. Invece...».
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non è strano per Livia Turco trovarsi al fianco di Giuliano Ferrara dopo la polemica sull'aborto? Non trova sorprendente neppure questo?
«Trovarsi su fronti opposti non significa chiudere il dialogo.
Scriverò sul Foglio un articolo dove spiego per quali motivi considero moralmente iniqua la richiesta di una moratoria sull'aborto. La prima argomentazione riguarda il rispetto di un principio etico. Quello della responsabilità femminile».
Margherita De Bac
15 gennaio 2008
www.corriere.it/politica/08_gennaio_15/turco_veglia_ferrara_1a527576-c333-11dc-b859-0003ba99c6...
Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.