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L'Europa: no ai crocefissi nelle classi

Ultimo Aggiornamento: 17/12/2010 17:33
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04/11/2009 23:10

Re:
PrettyWoman@, 04/11/2009 23.04:

Discussione tanto intrigante quanto, a mio parere, difficile.

Da un lato il "giudicare" se determinate azioni siano mosse da motivate lesioni della propria libertà personale o da facili "sensazionalismi".

Dall'altro se sia "giusto" sacrificare il diritto (comunque sancito dagli esseri umani) ovvero il buon senso (che però a scuola mi insegnavano vario quanto varia è la natura umana).

Leggo che si parla di "tradizione" in alcuni post e vorrei buttare lì alcune nozioni, logicamente molto stringate e semplificate.

Come nella maggior parte d'Europa, nell'alto medio evo, in Italia (intesa come attuale stato fisico logicamente) le scuole erano principalmente affidate alla chiesa anche se, con la comparsa dei comuni, cominciavano ad affacciarsi sulla scena scuole laiche (nel senso organizzate da istituzioni non religiose).

E' nel 1700 che la laicità delle scuole prende maggiormente piede.
Ciò si deve all'entrata in campo per l'istruzione dello "stato" (non ancora quello italiano ma i vari regni di maggior consistenza: Regno di sardegna, delle due Sicilie, di Napoli).
La cosa prende vigore con la rivoluzione francese e le idee innovative che da lì provengono.

Le innovazioni apportate al sistema scolastico soffrono sotto l'egida della restaurazione (guai ai vinti diceva qualcuno), per tornare alla ribalta verso la fine del 1800. Degna di nota la legge Coppino (1877) che introduceva l'obbligatorietà dell'istruzione con pene per i genitori che non mandavano i figli a scuola (uno dei soliti sinistroidi del cavolo).

Forse si può parlare di scuola ancora "laica" sino al periodo fascista quando, con la legge Gentile, gli ambienti cattolici tornarono ad avere voce in capitolo nell'istruzione "delle giovani e dei giovani italiani".

Questo riguardo alle "tradizioni".

Verrebbe poi da chiedersi se il crocefisso introdotto nelle aule sia simbolo "cristiano" o "cattolico".

L'origine del "cattolicesimo" dovrebbe farsi risalire al Concilio di Trento, sulla scorta dei "dissidenti" protestanti (in primis i Luterani) e per contrastarne l'ascesa, quindi ai primi del 1500.

Però, anche se solo dai primi del 1800, nasce una religione "cristiana" (i "Testimoni di Geova") che nella sua dottrina sancisce il non utilizzo di immagini nell'adorazione.
Ergo: anche loro dovrebbero sentirsi offesi dall'esposizione del crocefisso, quindi non solo una diatriba tra islamisti e cristiani me tra cristiani stessi.

Dicevo discussione tanto intrigante quanto difficile.
Togliere tutti i simboli?
Metterli tutti?
Lasciarla alla libera determinazione degli scolari, seppur giovani, che mediante discussioni e analisi, del proprie e altrui posizioni, possano confrontarsi sui temi che gli saranno riproposti da adulti?

Come solito: "ai posteri l'ardua sentenza".


(che se deve pure de salutà?)




esattamente....

la croce, come il cerchio, la spirale, ecc. è un simbolo universale, ma non c'entra

qui parliamo di crocifisso, ovvero di una croce su cui è inchiodato il Cristo in effige, che è simbolo cristiano, tanto "tradizionale" da costituire il più diffuso tema rappresentato nell'arte occidentale (e non solo: si pensi ai copti, agli etiopi e agli ortodossi), dagli affreschi delle basiliche protocristiane del terzo secolo fino a Dalì ed oltre.

il problema, quindi, non è il numero di quanti se lo appendonano o meno in casa, quanto il toglierlo da dove è sempre stato sulla scorta di argomenti che non c'entrano una beata fava

tra l'altro, sia Il TAR che la Corte Costituzionale si sono già espressi sul punto
quindi, ribadisco, anche da un punto di vista giuridico, non solo culturale, trovo quella sentenza dell'alta corte di giustizia europea un'aberrante ingerenza sulle NOSTRE tradizioni.
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