"Ero gay: i preti mi hanno guarito"

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paperino73
00martedì 27 febbraio 2007 15:09
Lo si può incontrare in una via di Milano, confuso tra la folla del sabato, a fare acquisti con la fidanzata, attento a non spendere troppo perché sta mettendo da parte i soldi per il matrimonio. Tranquillo, «normale» come dice di se stesso, virgolette comprese. Chi lo avesse conosciuto dieci anni fa potrebbe pensare di essersi sbagliato. Invece è proprio Luca Di Tolve, nella sua nuova vita. «Quella - racconta - che mi sono conquistato dopo sei anni di terapia riparativa dell’omosessualità: tre rosari al giorno, gruppi di ascolto, studio della Bibbia e dei testi di Josè Maria Escrivà, il fondatore dell'Opus Dei. Adesso, finalmente, sono guarito».



«Guarito», dice, come se essere gay fosse una malattia, secondo le più bieche posizioni omofobiche. Eppure Luca era omosessuale, e non uno tranquillo. Piuttosto uno da montagne russe, capace di passare dalle eleganti suite newyorchesi al sesso rubato in una «darkroom», dall’ufficio dove dirigeva un team di persone a un parco di notte a consumare rapporti.

Il primo amore
Gay lo è sempre stato, fin da bimbo. «Ricordo la mia infanzia a giocare con le bambole e con le amiche del palazzo volevo sempre fare la mamma», racconta. Già allora i genitori si erano separati, lui viveva in un monolocale a Milano con la mamma «troppo affettuosa, a volte soffocante ma anche tanto indaffarata nella lotta per la sopravvivenza». Andò a finire che in seconda media si innamorò perdutamente del suo compagno di banco «bello, perfetto, forte e dolce allo stesso tempo». Amore non corrisposto. E non solo: «Se ne accorse la prof, anzi, praticamente tutti». Lo sospesero. «Rimasi a letto per giorni, gridavo il nome del mio compagno nel sonno. Lo psicologo disse che ero il classico bambino turbato per la separazione dei genitori e che un altro cambiamento sarebbe stato dannoso».

Il sesso
Luca tornò in classe, riuscì anche a diventare amico del suo «bello». Ma l'amore quello no. «Rimaneva in me un vuoto che mai riuscii a colmare, i miei studi andarono a rotoli, abbandonai la scuola». Dopo un po’ arrivò il sesso, forse anche l'amore, con un ragazzo più grande. Il mondo omosessuale si aprì davanti a lui, «un mondo finalmente pieno di colori dopo tanta amarezza, sentivo di poter finalmente camminare da vincitore e non da sconfitto».

La prima vittoria? Arrivare a Canale 5. Batteva le mani, faceva apparizioni sporadiche, guadagnava quasi nulla ma intanto conosceva meglio l'ambiente. Il passo successivo fu entrare nel giro delle discoteche. Quando anche le discoteche iniziarono a stargli strette passò a occuparsi della sezione turismo dell'Arci Gay. Organizzava viaggi per omosessuali. Gli piacque talmente che pensò di aver finalmente trovato la via giusta. Mise su un'agenzia sua, specializzazione i viaggi a tema, soprattutto negli Usa, ma anche feste ed eventi come il Gay Pride di Napoli. «Ero amato, invidiato, avevo soldi, casa in centro, bei vestiti, in tasca biglietti d'aereo per andare a fare shopping negli Usa quando volevo». Il massimo, insomma. O forse no. «L'Aids marciava trionfante, la vita di amici ventenni con i quali avevo diviso anni lieti, si spegneva miseramente». Anche lui finì nella morsa dell'Hiv. Scomparve il suo lavoro, un sieropositivo non può sottoporsi a una girandola di viaggi e vaccinazioni. Si dissolsero le paillette, iniziò il periodo peggiore. «Tornai a casa di mia madre, ormai risposata, e fu il mio deserto». Ovvero, il momento delle darkroom, dei parchi, del sesso disperato, degli stupefacenti. «Poi ho scoperto il buddismo, e sono arrivate le canzoni. Ho vinto un concorso con testo dedicato a un Dio non ancora decifrato bene».

La svolta
La svolta avvenne per caso. Un giorno un amico omosex dimenticò a casa sua alcuni appunti di filosofia. Luca li sfogliò per curiosità e s’imbattè nelle teorie di Joseph Nicolosi. Spiega: «All'inizio ebbi voglia di prendere a pugni questo signore e le sue idee. Però non riuscivo nemmeno a liberarmene. In fondo che cos'era quell'andare in giro per parchi se non la conferma che anch'io ero vittima di pulsioni, di nevrosi di cui dovevo liberarmi? E perché non riuscivo a raggiungere la felicità con un ragazzo, uno dei tanti conosciuti in quegli anni? Perché nei maschi mi guardavo come in uno specchio, ma era della diversità di una donna che avevo bisogno».

Abbandonò il buddismo, ritrovò il cristianesimo e scoprì per la prima volta l’identità di uomo. «Non dico che sia stato facile, devi saper rinunciare, fermare la caccia al sesso compulsivo che prima praticavo istintivamente». Ci sono voluti sei anni, qualche caduta qui e lì, molta volontà, anche - e un tempo gli sarebbe apparso impensabile - tante preghiere. «Tre rosari al giorno, i corsi del gruppo Chaire e quelli di Living Waters. Un anno fa ho conosciuto la mia fidanzata. Di me sa tutto e ha accettato di starmi accanto». Stanno mettendo da parte i soldi per sposarsi, conta di farcela nel giro di due anni.

lastampa.it
il tobas
00martedì 27 febbraio 2007 15:44
Re:

Scritto da: paperino73 27/02/2007 15.09
Lo si può incontrare in una via di Milano, confuso tra la folla del sabato, a fare acquisti con la fidanzata, attento a non spendere troppo perché sta mettendo da parte i soldi per il matrimonio. Tranquillo, «normale» come dice di se stesso, virgolette comprese. Chi lo avesse conosciuto dieci anni fa potrebbe pensare di essersi sbagliato. Invece è proprio Luca Di Tolve, nella sua nuova vita. «Quella - racconta - che mi sono conquistato dopo sei anni di terapia riparativa dell’omosessualità: tre rosari al giorno, gruppi di ascolto, studio della Bibbia e dei testi di Josè Maria Escrivà, il fondatore dell'Opus Dei. Adesso, finalmente, sono guarito».



«Guarito», dice, come se essere gay fosse una malattia, secondo le più bieche posizioni omofobiche. Eppure Luca era omosessuale, e non uno tranquillo. Piuttosto uno da montagne russe, capace di passare dalle eleganti suite newyorchesi al sesso rubato in una «darkroom», dall’ufficio dove dirigeva un team di persone a un parco di notte a consumare rapporti.

Il primo amore
Gay lo è sempre stato, fin da bimbo. «Ricordo la mia infanzia a giocare con le bambole e con le amiche del palazzo volevo sempre fare la mamma», racconta. Già allora i genitori si erano separati, lui viveva in un monolocale a Milano con la mamma «troppo affettuosa, a volte soffocante ma anche tanto indaffarata nella lotta per la sopravvivenza». Andò a finire che in seconda media si innamorò perdutamente del suo compagno di banco «bello, perfetto, forte e dolce allo stesso tempo». Amore non corrisposto. E non solo: «Se ne accorse la prof, anzi, praticamente tutti». Lo sospesero. «Rimasi a letto per giorni, gridavo il nome del mio compagno nel sonno. Lo psicologo disse che ero il classico bambino turbato per la separazione dei genitori e che un altro cambiamento sarebbe stato dannoso».

Il sesso
Luca tornò in classe, riuscì anche a diventare amico del suo «bello». Ma l'amore quello no. «Rimaneva in me un vuoto che mai riuscii a colmare, i miei studi andarono a rotoli, abbandonai la scuola». Dopo un po’ arrivò il sesso, forse anche l'amore, con un ragazzo più grande. Il mondo omosessuale si aprì davanti a lui, «un mondo finalmente pieno di colori dopo tanta amarezza, sentivo di poter finalmente camminare da vincitore e non da sconfitto».

La prima vittoria? Arrivare a Canale 5. Batteva le mani, faceva apparizioni sporadiche, guadagnava quasi nulla ma intanto conosceva meglio l'ambiente. Il passo successivo fu entrare nel giro delle discoteche. Quando anche le discoteche iniziarono a stargli strette passò a occuparsi della sezione turismo dell'Arci Gay. Organizzava viaggi per omosessuali. Gli piacque talmente che pensò di aver finalmente trovato la via giusta. Mise su un'agenzia sua, specializzazione i viaggi a tema, soprattutto negli Usa, ma anche feste ed eventi come il Gay Pride di Napoli. «Ero amato, invidiato, avevo soldi, casa in centro, bei vestiti, in tasca biglietti d'aereo per andare a fare shopping negli Usa quando volevo». Il massimo, insomma. O forse no. «L'Aids marciava trionfante, la vita di amici ventenni con i quali avevo diviso anni lieti, si spegneva miseramente». Anche lui finì nella morsa dell'Hiv. Scomparve il suo lavoro, un sieropositivo non può sottoporsi a una girandola di viaggi e vaccinazioni. Si dissolsero le paillette, iniziò il periodo peggiore. «Tornai a casa di mia madre, ormai risposata, e fu il mio deserto». Ovvero, il momento delle darkroom, dei parchi, del sesso disperato, degli stupefacenti. «Poi ho scoperto il buddismo, e sono arrivate le canzoni. Ho vinto un concorso con testo dedicato a un Dio non ancora decifrato bene».

La svolta
La svolta avvenne per caso. Un giorno un amico omosex dimenticò a casa sua alcuni appunti di filosofia. Luca li sfogliò per curiosità e s’imbattè nelle teorie di Joseph Nicolosi. Spiega: «All'inizio ebbi voglia di prendere a pugni questo signore e le sue idee. Però non riuscivo nemmeno a liberarmene. In fondo che cos'era quell'andare in giro per parchi se non la conferma che anch'io ero vittima di pulsioni, di nevrosi di cui dovevo liberarmi? E perché non riuscivo a raggiungere la felicità con un ragazzo, uno dei tanti conosciuti in quegli anni? Perché nei maschi mi guardavo come in uno specchio, ma era della diversità di una donna che avevo bisogno».

Abbandonò il buddismo, ritrovò il cristianesimo e scoprì per la prima volta l’identità di uomo. «Non dico che sia stato facile, devi saper rinunciare, fermare la caccia al sesso compulsivo che prima praticavo istintivamente». Ci sono voluti sei anni, qualche caduta qui e lì, molta volontà, anche - e un tempo gli sarebbe apparso impensabile - tante preghiere. «Tre rosari al giorno, i corsi del gruppo Chaire e quelli di Living Waters. Un anno fa ho conosciuto la mia fidanzata. Di me sa tutto e ha accettato di starmi accanto». Stanno mettendo da parte i soldi per sposarsi, conta di farcela nel giro di due anni.

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Qualcuno salvi quella povera ragazza dalle grinfie di questo malato di mente.
axlrose23@
00martedì 27 febbraio 2007 15:45
[SM=x44465]

















































[SM=x44487] [SM=x44457]
rorina!
00martedì 27 febbraio 2007 15:52
E' GUUUAAAARIIIITOOOOO!! [SM=x44476]
un recchione in meno su questa terra! [SM=x44459]





ma davvero l'omosessualità è equiparata ad malattia?? [SM=x44497]
cioè...
mi fa SCHIFO questa ignoranza! [SM=x44504]
(bresa)
00martedì 27 febbraio 2007 15:57
Re:

Scritto da: paperino73 27/02/2007 15.09
Lo si può incontrare in una via di Milano, confuso tra la folla del sabato, a fare acquisti con la fidanzata, attento a non spendere troppo perché sta mettendo da parte i soldi per il matrimonio. Tranquillo, «normale» come dice di se stesso, virgolette comprese. Chi lo avesse conosciuto dieci anni fa potrebbe pensare di essersi sbagliato. Invece è proprio Luca Di Tolve, nella sua nuova vita. «Quella - racconta - che mi sono conquistato dopo sei anni di terapia riparativa dell’omosessualità: tre rosari al giorno, gruppi di ascolto, studio della Bibbia e dei testi di Josè Maria Escrivà, il fondatore dell'Opus Dei. Adesso, finalmente, sono guarito».



«Guarito», dice, come se essere gay fosse una malattia, secondo le più bieche posizioni omofobiche. Eppure Luca era omosessuale, e non uno tranquillo. Piuttosto uno da montagne russe, capace di passare dalle eleganti suite newyorchesi al sesso rubato in una «darkroom», dall’ufficio dove dirigeva un team di persone a un parco di notte a consumare rapporti.

Il primo amore
Gay lo è sempre stato, fin da bimbo. «Ricordo la mia infanzia a giocare con le bambole e con le amiche del palazzo volevo sempre fare la mamma», racconta. Già allora i genitori si erano separati, lui viveva in un monolocale a Milano con la mamma «troppo affettuosa, a volte soffocante ma anche tanto indaffarata nella lotta per la sopravvivenza». Andò a finire che in seconda media si innamorò perdutamente del suo compagno di banco «bello, perfetto, forte e dolce allo stesso tempo». Amore non corrisposto. E non solo: «Se ne accorse la prof, anzi, praticamente tutti». Lo sospesero. «Rimasi a letto per giorni, gridavo il nome del mio compagno nel sonno. Lo psicologo disse che ero il classico bambino turbato per la separazione dei genitori e che un altro cambiamento sarebbe stato dannoso».

Il sesso
Luca tornò in classe, riuscì anche a diventare amico del suo «bello». Ma l'amore quello no. «Rimaneva in me un vuoto che mai riuscii a colmare, i miei studi andarono a rotoli, abbandonai la scuola». Dopo un po’ arrivò il sesso, forse anche l'amore, con un ragazzo più grande. Il mondo omosessuale si aprì davanti a lui, «un mondo finalmente pieno di colori dopo tanta amarezza, sentivo di poter finalmente camminare da vincitore e non da sconfitto».

La prima vittoria? Arrivare a Canale 5. Batteva le mani, faceva apparizioni sporadiche, guadagnava quasi nulla ma intanto conosceva meglio l'ambiente. Il passo successivo fu entrare nel giro delle discoteche. Quando anche le discoteche iniziarono a stargli strette passò a occuparsi della sezione turismo dell'Arci Gay. Organizzava viaggi per omosessuali. Gli piacque talmente che pensò di aver finalmente trovato la via giusta. Mise su un'agenzia sua, specializzazione i viaggi a tema, soprattutto negli Usa, ma anche feste ed eventi come il Gay Pride di Napoli. «Ero amato, invidiato, avevo soldi, casa in centro, bei vestiti, in tasca biglietti d'aereo per andare a fare shopping negli Usa quando volevo». Il massimo, insomma. O forse no. «L'Aids marciava trionfante, la vita di amici ventenni con i quali avevo diviso anni lieti, si spegneva miseramente». Anche lui finì nella morsa dell'Hiv. Scomparve il suo lavoro, un sieropositivo non può sottoporsi a una girandola di viaggi e vaccinazioni. Si dissolsero le paillette, iniziò il periodo peggiore. «Tornai a casa di mia madre, ormai risposata, e fu il mio deserto». Ovvero, il momento delle darkroom, dei parchi, del sesso disperato, degli stupefacenti. «Poi ho scoperto il buddismo, e sono arrivate le canzoni. Ho vinto un concorso con testo dedicato a un Dio non ancora decifrato bene».

La svolta
La svolta avvenne per caso. Un giorno un amico omosex dimenticò a casa sua alcuni appunti di filosofia. Luca li sfogliò per curiosità e s’imbattè nelle teorie di Joseph Nicolosi. Spiega: «All'inizio ebbi voglia di prendere a pugni questo signore e le sue idee. Però non riuscivo nemmeno a liberarmene. In fondo che cos'era quell'andare in giro per parchi se non la conferma che anch'io ero vittima di pulsioni, di nevrosi di cui dovevo liberarmi? E perché non riuscivo a raggiungere la felicità con un ragazzo, uno dei tanti conosciuti in quegli anni? Perché nei maschi mi guardavo come in uno specchio, ma era della diversità di una donna che avevo bisogno».

Abbandonò il buddismo, ritrovò il cristianesimo e scoprì per la prima volta l’identità di uomo. «Non dico che sia stato facile, devi saper rinunciare, fermare la caccia al sesso compulsivo che prima praticavo istintivamente». Ci sono voluti sei anni, qualche caduta qui e lì, molta volontà, anche - e un tempo gli sarebbe apparso impensabile - tante preghiere. «Tre rosari al giorno, i corsi del gruppo Chaire e quelli di Living Waters. Un anno fa ho conosciuto la mia fidanzata. Di me sa tutto e ha accettato di starmi accanto». Stanno mettendo da parte i soldi per sposarsi, conta di farcela nel giro di due anni.

lastampa.it



come dice calderoli-de luigi " Il morbo della ricchioneriaaaaa è mooooooooooortoooo!! e sai che peeeeeeeeerdita!" [SM=x44456] [SM=x44456]
Zalmoxis
00martedì 27 febbraio 2007 16:22




"E benvenuti a 'sti frocioni
belli grassi e capoccioni

E tu che sei un po' fri-fri
dimme un po' checciai da di'"

"Continua, continua!

Non sono frocione, non mi chiamo Fri-fri,
sono commissario e ti faccio un culo cosi'..."










Runningman77
00martedì 27 febbraio 2007 19:56
guarito?

a me sembra sia rimasto rincoglionito
la micia
00martedì 27 febbraio 2007 20:00
[SM=x44472]
eevee
00martedì 27 febbraio 2007 20:11
ma non vedete che è un fantastica pubblicità per un mediocre fantasma della tv?
bekerovka
00martedì 27 febbraio 2007 20:29
[SM=x44474] [SM=x44474] [SM=x44491] [SM=x44491] [SM=x44472] [SM=x44472]
Etrusco
00martedì 27 febbraio 2007 20:42
Re:

Scritto da: paperino73 27/02/2007 15.09
è proprio Luca Di Tolve, nella sua nuova vita. «Quella - racconta - che mi sono conquistato dopo sei anni di terapia riparativa dell’omosessualità: tre rosari al giorno, gruppi di ascolto, studio della Bibbia e dei testi di Josè Maria Escrivà, il fondatore dell'Opus Dei. Adesso, finalmente, sono guarito».



«Guarito», dice, come se essere gay fosse una malattia,
secondo le più bieche posizioni omofobiche.

Eppure Luca era omosessuale,


lastampa.it



Confermo che l'attuale posizione della Chiesa Cattolica è di far percepire ai suoi fedeli l'omosessualità come una malattia (più o meno indirettamente e faziosamente).
Riporto qua per esempio come viene subdolamente indotto il fedele a convincersi dell'assoluta negatività delle tendenze omosessuali.
Si tratta di un recente monologo tenuto da un sacerdote tenuto in un gruppo neocatecumenale a cui io stesso ho assistito allibito:

1) si presenta un caso di redenzione dall'omosessualità dicendo subito che questo ragazzo andava spesso a "prostituti" pagandoli.
Ma per la morale (cattolica o laica che sia) già l'andare a prostitute è peccato, quindi insinua subdolamente già un pregiudizio negativo sul tutto;

2) il ragazzo omosessuale ne soffriva per questo suo bisogno di andare a prostituti, non ne poteva fare a meno, voleva smettere, ma "da solo" non ci riusciva;

3) ha iniziato a seguire anche lui questi incontri neocatecumenali di preghiera e piano piano ha iniziato a sentirsi sporco, tormentato, con gravi sensi di colpa, come se avesse commesso la più grande nefandezza di questo e dell'altro mondo.

4) Smette le sue frequentazioni omosessuali.



Ecco, potremmo anche discutere se e in che misura
sia una malattia l'omosessualità,
come abbiamo già fatto su questo thread...


ma non tollero che si facciano simili subdole manovre retoriche per circuire chi ascolta e portarlo così faziosamente a sposare simili pregiudizi in maniera così acritica [SM=x44493]
Sono indignato! [SM=x44492]

bremaz
00martedì 27 febbraio 2007 22:21
Re: Re:

Scritto da: Etrusco 27/02/2007 20.42


Confermo che l'attuale posizione della Chiesa Cattolica è di far percepire ai suoi fedeli l'omosessualità come una malattia (più o meno indirettamente e faziosamente).
Riporto qua per esempio come viene subdolamente indotto il fedele a convincersi dell'assoluta negatività delle tendenze omosessuali.
Si tratta di un recente monologo tenuto da un sacerdote tenuto in un gruppo neocatecumenale a cui io stesso ho assistito allibito:

1) si presenta un caso di redenzione dall'omosessualità dicendo subito che questo ragazzo andava spesso a "prostituti" pagandoli.
Ma per la morale (cattolica o laica che sia) già l'andare a prostitute è peccato, quindi insinua subdolamente già un pregiudizio negativo sul tutto;

2) il ragazzo omosessuale ne soffriva per questo suo bisogno di andare a prostituti, non ne poteva fare a meno, voleva smettere, ma "da solo" non ci riusciva;

3) ha iniziato a seguire anche lui questi incontri neocatecumenali di preghiera e piano piano ha iniziato a sentirsi sporco, tormentato, con gravi sensi di colpa, come se avesse commesso la più grande nefandezza di questo e dell'altro mondo.

4) Smette le sue frequentazioni omosessuali.



Ecco, potremmo anche discutere se e in che misura
sia una malattia l'omosessualità,
come abbiamo già fatto su questo thread...


ma non tollero che si facciano simili subdole manovre retoriche per circuire chi ascolta e portarlo così faziosamente a sposare simili pregiudizi in maniera così acritica [SM=x44493]
Sono indignato! [SM=x44492]




quoto.

che si vergognino.... fanno ridere
Etrusco
00martedì 27 febbraio 2007 22:30
Re: Re: Re:

Scritto da: bremaz 27/02/2007 22.21


quoto.

che si vergognino.... fanno ridere



Non proprio: se frequenti assiduamente questi circoli e non hai sufficiente spirito critico ad immunizzarti.... altro che ridere:
subisci una lenta e subdola pressione psicologica che pian piano ti fa rimettere in discussione tutta la tua sfera sessuale, inculcandoti sensi di colpa persino per come fai l'amore con la tua ragazza (e non si sta discutendo di rapporti prematrimoniali si o no)....
ma ti rendi conto? [SM=x44493]
bremaz
00martedì 27 febbraio 2007 22:45
Re: Re: Re: Re:

Scritto da: Etrusco 27/02/2007 22.30


Non proprio: se frequenti assiduamente questi circoli e non hai sufficiente spirito critico ad immunizzarti.... altro che ridere:
subisci una lenta e subdola pressione psicologica che pian piano ti fa rimettere in discussione tutta la tua sfera sessuale, inculcandoti sensi di colpa persino per come fai l'amore con la tua ragazza (e non si sta discutendo di rapporti prematrimoniali si o no)....
ma ti rendi conto? [SM=x44493]



IO
KuntaKinte77
00martedì 27 febbraio 2007 22:51
ho riso tanto... la realtà supera la fantasia, veramente. [SM=x44457]
=Blaine=
00martedì 27 febbraio 2007 22:53
si chiama lavaggio del cervello! cmq questa è la dimostrazione che la chiesa è la piu grande comunità razzista che ci sia!
Etrusco
00martedì 27 febbraio 2007 22:58
Re:

Scritto da: KuntaKinte77 27/02/2007 22.51
ho riso tanto... la realtà supera la fantasia, veramente. [SM=x44457]



C'è poco da ridere! [SM=x44494]
Proprio perchè questa è realtà [SM=x44497]
e io sono molto preoccupato per queste rigide prese di posizione [SM=x44466]
Zalmoxis
00mercoledì 28 febbraio 2007 07:35

Secondo me, già l'uso del termine "gay" qualifica chi lo usa al posto di "omosessuale"

[SM=x44451]
Shia-principessa
00mercoledì 28 febbraio 2007 12:25
a me tutta sta storia sa di presa per i fondelli, che schifo
=Victor Von Doom=
00mercoledì 28 febbraio 2007 13:21
Re:

Scritto da: paperino73 27/02/2007 15.09
Lo si può incontrare in una via di Milano, confuso tra la folla del sabato, a fare acquisti con la fidanzata, attento a non spendere troppo perché sta mettendo da parte i soldi per il matrimonio. Tranquillo, «normale» come dice di se stesso, virgolette comprese. Chi lo avesse conosciuto dieci anni fa potrebbe pensare di essersi sbagliato. Invece è proprio Luca Di Tolve, nella sua nuova vita. «Quella - racconta - che mi sono conquistato dopo sei anni di terapia riparativa dell’omosessualità: tre rosari al giorno, gruppi di ascolto, studio della Bibbia e dei testi di Josè Maria Escrivà, il fondatore dell'Opus Dei. Adesso, finalmente, sono guarito».

lastampa.it



[SM=x44465] ma la circonvenzione di incapace, è ancora reato, vero...??? [SM=x44463]
paperino73
00mercoledì 28 febbraio 2007 13:24
PROVOCAZIONE
Se mi sottoponessi ad un programma per diventare gay, lo diventerei ? Secondo me no.


[SM=x44451]
[SM=x44451]
[SM=x44451]

[Modificato da paperino73 28/02/2007 13.25]

Zalmoxis
00mercoledì 28 febbraio 2007 13:53
Re: PROVOCAZIONE

Scritto da: paperino73 28/02/2007 13.24
Se mi sottoponessi ad un programma per diventare gay, lo diventerei ? Secondo me no.


[SM=x44451]
[SM=x44451]
[SM=x44451]

[Modificato da paperino73 28/02/2007 13.25]






Se il tuo disordine fosse comportamentale e non genico, potresti scoprire nuove vie..
[SM=x44457]
Bestionn
00mercoledì 28 febbraio 2007 14:17
L'Omosessualità: uno dei mali della nostra evoluta società...

Scritto da: Zalmoxis 28/02/2007 7.35

Secondo me, già l'uso del termine "gay" qualifica chi lo usa al posto di "omosessuale"

[SM=x44451]




[SM=x44461] Mah …ciò che dici è vero in parte!
Oggigiorno, i due termini sono soggetti ad un uso alquanto strumentale - dispregiativo o addirittura qualificante – e adoperato, di solito, dalla gente comune!
Ritengo invece, che la loro differenza semantica non cambi la sostanza del medesimo significato; salvo, appunto, che non si confonda il male col bene.
Lo è se, col dire “gay” anziché “omosessuale”, non si vuole sminuire o piuttosto evitare del tutto, l’evidenza: che l’omosessualità, infatti, più che una vera “malattia” è di sicuro uno dei mali sofferti nella nostra odierna società!

A mio avviso, quanto più certuni cercano e vogliono d’intenzione favorire le pratiche omosessuali, tanto più costoro sono dei normali deviati sessualmente; se non peggio, dei moralmente traviati che vanno di proposito contro natura.
Per questo non credo neppure che, chi usa un termine piuttosto che l’altro, è da considerarsi persona “qualificata” o “squalificata”.

Infine è anche per le ragioni che ho premesso, che ammiro davvero la persona citata nell’articolo, sia per il suo coraggio di spiegare la propria esperienza, sia per lo sforzo dimostrato di non assecondare più ma di voler “guarire” onestamente dalla sua cattiva inclinazione… [SM=x44459]

[SM=x44461] [SM=x44462]
Etrusco
00mercoledì 28 febbraio 2007 14:25
Re: PROVOCAZIONE

Scritto da: paperino73 28/02/2007 13.24
Se mi sottoponessi ad un programma per diventare gay, lo diventerei ? Secondo me no.


[SM=x44451]
[SM=x44451]
[SM=x44451]

[Modificato da paperino73 28/02/2007 13.25]




Si, tecnicamente questo ed altri risultati sono raggiungibili tramite sedute psichiatriche dove verrai, se ne sarà necessario, ad ipnosi,
ma l'effetto durerà solo 3 mesi,
quindi, se nel frattempo non ti calerai perfettamente nella parte, provando gusto e piacere nel tuo nuovo status...
dovrai sottoporti di nuovo ad altre sedute di ipnosi



[SM=x44456]

[Modificato da Etrusco 28/02/2007 14.26]

Etrusco
00mercoledì 28 febbraio 2007 14:34
Re: Re:

Scritto da: =Victor Von Doom= 28/02/2007 13.21


[SM=x44465] ma la circonvenzione di incapace, è ancora reato, vero...??? [SM=x44463]



Certo, ma nessuno oserebbe mai denunciare un'associazione cattolica per un simile reato:
pensa solo a questo esempio:
in alcune parrocchie alcune anziane signore che vivono solo con la pensione,
vengono circite ed indotte a donare 2mila € ciascuna per acquistare una nuova statua di gesso per la chiesa....
o 5mila € per l'edificazione della nuova chiesa (ovviamente di queste persone potrei darti riferimenti precisi).

Tornando InTopic:
povera quella moglie se poi tra qualche anno si ritroverà a divorziare poichè il marito sarà ritornato sull'altra sponda [SM=x44468]
e poveri figli...... [SM=x44471]
piperitapatty
00mercoledì 28 febbraio 2007 19:00
Re: Re:

Scritto da: =Victor Von Doom= 28/02/2007 13.21


[SM=x44465] ma la circonvenzione di incapace, è ancora reato, vero...??? [SM=x44463]



mi pare proprio questo il caso [SM=x44466] [SM=x44466]
mah rimango scioccata

ma se ho il raffreddore, per guarire più in fretta quante avemarie devo dire secondo Eminems? [SM=x44473]

cmq una cosa, religiosamente parlando, è vero. dio li fa e poi li accoppia, due storditi così è bene che stiano insieme per non far danni al mondo [SM=x44452]
[SM=x44472] [SM=x44472] [SM=x44472]
-Asmodeus-
00mercoledì 28 febbraio 2007 19:53
Io ero un prete. Fortuna che i gay mi hanno guarito. [SM=x44452]
eevee
00mercoledì 28 febbraio 2007 20:37
Re: Re:

Scritto da: Etrusco 27/02/2007 22.58


C'è poco da ridere! [SM=x44494]
Proprio perchè questa è realtà [SM=x44497]
e io sono molto preoccupato per queste rigide prese di posizione [SM=x44466]



ma siete sicuri che è realtà e non propaganda?
dopo che sieta abituati a dubitare anche del meteo perché politicamente influenzato??????
Etrusco
00mercoledì 28 febbraio 2007 21:44
Re: Re: Re:

Scritto da: eevee 28/02/2007 20.37


ma siete sicuri che è realtà e non propaganda?
dopo che sieta abituati a dubitare anche del meteo perché politicamente influenzato??????



Tu pensi che una redazione come quella della Stampa
possa commettere il gravissimo errore di pubblicare un articolo del genere
con foto, nome e cognome del soggetto interessato (rischiando pesanti querele)
senza aver verificato scrupolosamente tutto quel che vien detto?

Non credo sia il caso di farci dietrologia,
sarebbe ridicolo.
eevee
00mercoledì 28 febbraio 2007 22:40
Re: Re: Re: Re:

Scritto da: Etrusco 28/02/2007 21.44


Tu pensi che una redazione come quella della Stampa
possa commettere il gravissimo errore di pubblicare un articolo del genere
con foto, nome e cognome del soggetto interessato (rischiando pesanti querele)
senza aver verificato scrupolosamente tutto quel che vien detto?

Non credo sia il caso di farci dietrologia,
sarebbe ridicolo.



so per certo che la redazione di altri giornali ha preso cantonate tremende, citando nomi e cognomi, senza mai smentire se non con trafiletti in penultima pagina
per non parlare dei telegiornali di emittenti nazionali

non mi stupirebbe assolutamente se una notizia così paradossale fosse solo un bel modo che il tipo ha trovato per farsi pubblicità ed emergere dalla mediocrità
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