rogito ergo sum, 19/06/2009 1.17:
Tra accusato e accusatrice, non so chi fa più schifo...
Nell'indecisione ti lascio con l'accusato e me ne scappo con Patty Daddy
Per la cronaca ci sono nuovi sviluppi:
ANCHE "LA REPUBBLICA" E "L'UNITà" SBIRCIANO CERTA "LETTERATURA" (LEGGI, DAGOSPIA)
E SCOPRONO L'APE REGINA DI PALAZZO GRAZIOLI, LA 'MALAFEMMINA' SABINA BEGAN
- "è LEI anello cruciale della catena che annoda l'imprenditore TARANTINI A PAPI"
- Nell’inchiesta spuntano la rossa Angela Sozio, la topolona Savino e LA COCAINA
- Di chi è la manina che diffonde le foto? L'intelligence nazionale? LA CIA DI Obama?
1 - SABINA BEGAN, "è LEI anello cruciale della catena che annoda l'imprenditore TARANTINI A BERLUSCONI"
Carlo Bonini per la Repubblica
In un'indagine per sfruttamento della prostituzione che somiglia sempre di più a una matrioska, ballano ora una storia di cocaina e tre nuovi nomi di donne.
Sabina Began, Angela Sozio, la deputata Elvira Savino.
Due di loro, la Sozio (ex ragazza Grande Fratello, catturata dall'obiettivo di Antonello Zappadu in grembo al Presidente del Consiglio già nel 2007 nel Parco di Villa Certosa) e la Savino, non è chiaro in che contesto e in quale veste.
Se cioè perché oggetto delle conversazioni intercettate di Gianpaolo Tarantini o perché indicate da testimoni che frequentavano le feste del premier. La Began, al contrario, perché anello cruciale della catena che annoda l'imprenditore barese al Presidente del Consiglio.
Showgirl di origini slave che ha tatuate sul corpo le iniziali S. B., "l'uomo che mi ha cambiato la vita", la Began è accompagnata ormai da una letteratura che l'ha battezzata "l'ape regina" del premier. Nella sera della vittoria elettorale del centro-destra - si è letto nelle scorse settimane - è a palazzo Grazioli, sulle gambe di Silvio Berlusconi che canta "Malafemmena".
Ma, a stare alle acquisizioni dell'inchiesta barese, ricorre ora con costanza nelle conversazioni intercettate di Gianpaolo Tarantini.
Frequenta le ville sarde dell'uno (la notte di Ferragosto 2008, è tra i 400 ospiti della festa che dà Tarantini)
e dell'altro (fonti qualificate riferiscono che sia stata lei a introdurre a Villa Certosa la showgirl Belen Rodriguez). Lavora da vaso comunicante tra le ragazze del giro dell'imprenditore e quelle ammesse al cospetto del Presidente del Consiglio. E' il relé che, in Sardegna, trasforma Gianpaolo in "Giampi" e la sua villa in un indirizzo - un set sarebbe più corretto dire - che conta.
Anche per questo, nel lavoro istruttorio della Procura di Bari, Roma pesa quanto la Sardegna e Palazzo Grazioli quanto
la villa di Capriccioli, a Porto Cervo, il luccicante retiro che Tarantino sceglie come piedistallo per guadagnare la benevolenza del premier. Un gioiello incastrato nelle rocce e avvolto dalla macchia che si aprono
su Cala Volpe. Non troppo lontano da Villa Certosa. Un angolo di straordinaria bellezza dove - ne sono convinti gli inquirenti - l'imprenditore costruisce un suo
nuovo pantheon.
L'affitto della villa - riferisce una fonte che ha frequentato la casa - ha un prezzo spettacolare,
100 mila euro al mese, perché spettacolare deve essere il trampolino di lancio di quel "ragazzo" di 35 anni barese che nessuno conosce e che, improvvisamente, a Porto Cervo diventa per tutti
"Giampi". In un'estate - quella del 2008 - che deve appunto segnare il suo passaggio definitivo dall'orbita redditizia, ma defilata, dagli appalti e forniture ospedaliere, a quello della consulenza nel business che conta e che ha bisogno della politica per camminare. E che diventa - ecco l'altra novità dell'inchiesta - cornice di una storia di cocaina.
Nella villa di Capriccioli, infatti, lavora, con personale filippino, un quarantenne che di nome fa
Alessandro Mannavini. E' un leccese di buona famiglia che, a giugno del 2008, Tarantini - come conferma uno dei suoi avvocati, Nicola Quaranta - assume con le mansioni di autista personale. Mannavini, in vita sua, l'autista non lo ha mai fatto. Ufficialmente, ha lavorato per compagnie di charter nautico, anche se non risulta avere la patente che abilita alla navigazione oltre le 6 miglia. Sta di fatto che il tipo balla in villa una sola estate. Assunto a giugno, viene licenziato a settembre 2008, perché, ufficialmente, si lamenta con il suo principale "delle modeste mansioni cui è stato assegnato". Guidare, ma persino dare una mano ai filippini in cucina. E' un fatto che, un mese fa, Mannavini entra negli uffici del sostituto procuratore della Repubblica, Giuseppe Scelsi, per essere interrogato come indagato per detenzione e consumo di sostanze stupefacenti.
Cocaina. Il suo nome salta fuori nelle intercettazioni sulle utenze dei Tarantini e lui, con il pubblico ministero, ammette. Ma Scelsi ha un'altra curiosità. Chiede all'ex "autista" se ricorda i nomi di ragazze che frequentavano la villa. La risposta è generica: "Ne giravano talmente tante di belle ragazze che non ricordo".
Marco Vignola, avvocato di Mannavini, conferma la circostanza dell'interrogatorio e dice:
"Il mio cliente si è detto del tutto estraneo alla vicenda delle ragazze e risponde di un reato diverso per il quale vedremo di qui in avanti quali iniziative istruttorie prendere".
Non è chiaro se Mannavini indichi o meno il suo pusher. Non è chiaro se Mannavini sia il solo ad essere accostato alla cocaina nella villa.
E' un fatto che chi lo ha conosciuto quell'estate sostiene che si muovesse più da uomo di pubbliche relazioni e organizzatore di feste che da autista ("Una sciocchezza", dice l'avvocato Vignola).
Sabina Began
2 - SABINA BEGAN, COORDINATRICE DELL'HAREM DEL SULTANO
Concita De Gregorio per "L'Unità"
La storia dell'imprenditore
Giampaolo Tarantini merita un momento di attenzione.
Produce protesi, la sua ditta ha sede a Bari, attraversa un cattivo momento.
«E' in crisi di liquidità», ci racconta Massimo Solani.
Dunque cosa fa un imprenditore in crisi di liquidità? È evidente, quello che farebbero tutti: affitta una villa in Costa Smeralda vicino a quella di Berlusconi. Spera, si vede, di piazzare le sue protesi.
Frequentando i lidi e i locali della costa, quelli animati dal
via vai di ragazze che arrivano dal cielo e dal mare - i motoscafi dove le fanciulle prendono il sole sorvegliati dai Carabinieri, tanto per la sicurezza dei sudditi ci sono le ronde - insomma girando con l'asciugamano in spalla Tarantini conosce l'Ape regina, la favorita del Presidente, quella che si dice voli con Apicella sull'Air force One e che male c'è, non è mica reato.
L'Ape regina, al secolo Sabina Began sembrerebbe essere - dalle intercettazioni baresi, e non solo -
la coordinatrice, per usare l'appropriato termine politico, delle centinaia di candidate all'harem del sultano.
L'Ape e Tarantini diventano amici. Tarantini ha accesso alla villa. In breve la sua crisi di liquidità si risolve.
Fioccano commesse e nuovi appalti.
Le tristi vicende giudiziarie di cui era stato in passato oggetto si sciolgono come neve al sole sardo.
Chi non vorrebbe avere come amico il presidente?, direbbe la professoressa del liceo di Noemi.
Chi non vorrebbe vendere protesi agli emissari di Putin e di Topolanek?
Una vicenda fine impero che si cerca di liquidare come gossip
(il Tg1, per esempio, dall'alto della sua autorevolezza parla d'altro) e che è invece diventata un problema per la sicurezza nazionale.
Ricordate le parole della moglie?
«Ho pregato chi gli sta vicino di aiutarlo come si fa con un uomo malato».
Malato della sua ossessione senile per l'eterna giovinezza, la virilità.
Anche Chirac lo racconta.
L'ossessione di Berlusconi per le ragazze è da anni la prima occupazione di chi lo circonda.
Gli procurano book e numeri di telefono, gli organizzano feste a pizze e champagne come quelle dell'argentino Menem.
Qualunque escort di provincia può esibire una registrazione sul telefonino, l'abito blu di Monica Lewinski è preistoria.
Ghedini è nel panico.
Gianni Letta con il prefetto De Gennaro sono convocati al Comitato per la sicurezza, la prossima settimana,
a spiegare cosa intenda
Berlusconi quando dice
«strategie oscure in cui sono coinvolti spezzoni dell'intelligence nazionale con parti deviate dei servizi stranieri».
L'intelligence nazionale? La Cia?
Di chi è la manina che diffonde le foto?
C'entrano Obama, Putin, il gas, Gheddafi?
Possibile che a monte della slavina ci sia Patrizia?
Riprendiamo da dove ci eravamo lasciati ieri. Fini gelido cita il Deserto dei Tartari.
Gli amici se ne vanno.
Veronica aveva ragione: non l'hanno aiutato, anzi.
Come si fa a farsi governare da un uomo che qualunque adolescente può inchiodare con una foto?
Come può un uomo così ricattabile essere affidabile?
Il "presidente-utilizzatore" ha una possibilità di uscirne, questo dicono i suoi stessi alleati. Ribaltare l'antico adagio.
«Utilizzare» è meglio che comandare.
Potrebbe essere d'accordo, in fondo.
19 6 2009