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Harem segreto di Berlusconi

Ultimo Aggiornamento: 11/11/2019 09:58
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03/06/2008 20:40

AL RE DELLA REPUBBLICA DEL CIALIS LE FESTE NON SONO MAI PIACIUTE (I FESTINI SÌ)
- IL CAV ARRAPATO SI ATTOVAGLIA A PALAZZO GRAZIOLI CON 9 ONOREVOLI SIGNORINE
- RIECCOLO AL PARTY DELLA DARINA PAVLOVA
– E CHIEDE DI TRAVAGLIO ALLA MELONI


Gabriella Giammanco

© Foto U.Pizzi

1 – 9 RAGAZZE PER ME POSSONO BASTARE

Giovedì, ore 21, si sono annunciate alle guardie di Palazzo Grazioli le seguenti signorine: la dolicocefala bionda onorevole Gabriella Giammanco; poi la cavallona di Benevento, colei che preferisce il dialetto alla lingua di Dante, onorevole Nunzia De Girolamo; ecco la capitolina Maria Rosaria Rossi, onorevole nota perché il suo maxi-seno arriva mezz’ora prima del resto del corpo; la devastante tintobrassina Fiorella Ceccacci (a volte) Rubino; la dentatissima di Cuneo, alias Laura Ravetto, ancora avvelenata per non aver ottenuto un tubo di posto dal governo; l’onorevole biondina, ex segretaria di Jannone, Barbara Mannucci, e dulcis in fundo, la topolona de’ noantri maniaci, la mitologica Elvira Savino, perizonata e con tacco 12, modello fetish,invitatissima, ha preferito invece restare a Napoli con il suo fidanzato.



Una giovane e disinibita Fiorella Ceccacci Rubino

Sette non bastano al Cavaliere arrapato. Presenti anche due giovani trombate, aspiranti al Parlamento prossimo venturo. In tutto nove giovani donzelle che si sono attovagliate intorno al Reuccio della Repubblica del Cialis fino alle tre del mattino, scocciate continuamente dal gorgheggiare di quel lavandino napoletano di Apicella Mariano. Gli “addetti ai livori” ci sussurrano che dal portone di palazzo Grazioli siano uscite, in fila indiane, solo sette. Due sono rimaste a fare le badanti del 72enne Nonno Silviuccio.

Un fantastica serata che si è riverberata sul consiglio dei ministri in agenda alle 9 e 30 del giorno dopo, venerdì, che è iniziato con 30 minuti di ritardo per assenza del premier affaticato e terminato dopo appena un’ora per lo stato catatonico del nostro Cavaliere. Che, ieri, ai cronisti che lo assediavano al ricevimento del Quirinale (dove ha preso le ‘misure’ di Napoletano, per ogni tragica evenienza), si è premurato di avvisare: “Io sono allergico alle feste, tutti mi descrivono sempre molto mondano ma non è così, ve lo assicuro”. Perfetto: a Berlusconi le feste non sono mai piaciute (i festini sì).





Silvio Berlusconi e Darina Pavlova

2 - SILVIO ALLA FESTA DI DARINA PAVLOVA SUPER RICCA DELL'EST
Dal Corriere della Sera -
Silvio Berlusconi alla festa «segreta» della bella Darina Pavlova, ex attrice bulgara che vanta un patrimonio di 1,5 milioni di dollari e il primato di donna più ricca dell'Europa dell'Est. In piazza del Popolo il premier arriva alle 21 e 45, scende dall'auto blu e prova a schivare i fotografi con uno sguardo un po' seccato. «Festa privata, anzi privatissima — spiegano al portone, tra candele e alberelli di rose rosse —. Solo 40 selezionatissimi ospiti».
Berlusconi si infila in ascensore, domanda a che ora fosse l'invito («Alle nove? Quindi sono in ritardo...») e raggiunge il terzo piano, dove lo chansonnier presidenziale Mariano Apicella ha già scaldato l'atmosfera con la sua chitarra. Si festeggiano i 43 anni di Darina, la quale un anno fa, stando alle cronache bulgare di allora, con i suoi capelli corvini avrebbe stregato il Cavaliere.



3 – UN TRAVAGLIO PER GIORGIA
Siparietto rosa alle nozze d’argento di Maurizio Gasparri. A un certo punto, Berlusconi si avvicina al ministro delle Politiche Giovanili, Giorgina Meloni e sbotta: “Scusa, ma queste voci che raccontano di una tua troppa affettuosa amicizia con Marco Travaglio?”. Lei, arrossisce e nega. (Marcolino nel libro intervista con Claudio Sabelli Fioretti rivelò la sua passione politica per la piccola donzella della Garbatella. E fu subito gossip).


Dagospia 02 Giugno 2008

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26/06/2008 13:52

“FAI LAVORARE QUESTE RAGAZZE, TI RICAMBIERÒ QUANDO SARAI IMPRENDITORE”

‘L’ESPRESSO” SVELA GLI SCAMBI POLITICO-AFFARISTICI CON IL DIRIGENTE RAI SACCÀ
DALLE INTERCETTAZIONI DI NAPOLI EMERGONO LE TRAME RISERVATE DI BERLUSCONI




Marco Lillo per l’Espresso, in edicola domani



“Non è possibile che il produttore di fiction Valsecchi ha 50 milioni di euro di contratto quadro e lui niente. Ma insomma, qui si tratta di fare un contratto quadro che per lo meno sia di 30 milioni di euro all’anno per tre anni anche a Guido De Angelis...».
A parlare così in un’intercettazione telefonica agli atti della Procura di Napoli non è il direttore della fiction di Mediaset, Giancarlo Scheri. Nemmeno il direttore generale del gruppo Alessandro Salem. L’uomo che sta spiegando come suddividere la torta tra i produttori di serie televisive per Mediaset, riequilibrando le quote tra loro, è uno dei membri dell’Autorità garante delle Comunicazioni, Giancarlo Innocenzi.


Giancarlo Innocenzi

© Foto U.Pizzi

E il suo interlocutore, il destinatario di quel consiglio, come lui stesso racconta al telefono, è Silvio Berlusconi.

E sarà poi lo stesso Cavaliere a mettere in pratica quel suggerimento, girandolo a suo figlio Piersilvio e a Salem in un incontro ad Arcore.

Queste intercettazioni, che smontano la teoria di Berlusconi sul suo totale disinteresse sulla gestione di Mediaset,
fanno parte delle 9 mila telefonate depositate nell’inchiesta napoletana per corruzione contro il Cavaliere e il direttore di Rai fiction, Agostino Saccà.
“L’espresso” ha visto una parte di questo materiale e ha scoperto uno scenario di scambi segreti, complotti e raccomandazioni. Il tutto scandito nelle telefonate intercettate, quelle che in futuro potrebbero essere oscurate dalla legge che imbavaglia l’informazione.



Antonella Troise
© Foto La Presse


Si parte dall’intercettazione inedita nella quale il Cavaliere prega il direttore di Rai fiction Agostino Saccà di fare lavorare l’attrice Antonella Troise perché «sta diventando pericolosa». È il 12 settembre del 2007
quando il leader di Forza Italia chiama dalla sua residenza romana il telefonino di Saccà.
Dopo un commento sulla nomina di Fabiano Fabiani (successivamente uscito di scena) a consigliere Rai («Ho un buon rapporto con lui », dice Silvio, «non è una sciagura») il Cavaliere entra nel vivo: «Quella pazza della Antonella Troise si è messa in testa che io la odio. Che io ho bloccato la sua carriera artistica, ed è andata in giro a dire delle cose pazzesche... Ti chiedo questa cortesia di farle una telefonata... Perché sta diventando pericolosa».

Cosa possa avere di tanto pericoloso per l’uomo più potente d’Italia una giovane senza lavoro è davvero un mistero. [SM=x44451]
E lo resterà fino a quando la Procura di Napoli non depositerà tutti i nastri, compresi quelli delle utenze delle ragazze, che pur non essendo indagate sono state intercettate dalla Guardia di Finanza di Napoli.
Al momento i pm napoletani Paolo Mancuso e Vincenzo Piscitelli non hanno depositato quelle telefonate perché ritenute non rilevanti:
probabilmente seguirà uno stralcio dagli atti e la loro distruzione.

I rapporti con le ragazze, comunque, si inseriscono in uno scenario dove le raccomandazioni sono un mezzo e non un fine.
Saccà, secondo la Procura, usa il suo ruolo nella televisione pubblica e piazza le attrici segnalate per ricevere dal Cavaliere un aiuto nella sua futura attività privata («Agostino, ti contraccambierò quando sarai imprenditore»).
E anche per Berlusconi talvolta il fine ultimo sarebbe quello di convincere un politico di sinistra a passare dalla sua parte: quella che lui chiamava «operazione libertaggio».


Evelina Manna


Se i pubblici ministeri hanno chiesto il rinvio a giudizio per Berlusconi non è certo perché raccomandava cinque attrici:
oltre alla Troise, sono indicate Evelina Manna, Elena Russo, Camilla Ferranti ed Eleonora Gaggioli.
Ma perché «nella sua duplice veste di leader politico e di maggiore imprenditore privato italiano del settore televisivo prometteva al direttore di Rai fiction il sostegno economico alle iniziative private che Saccà si apprestava a intraprendere».

«Il gioco grosso», lo definisce al telefono Saccà, quello che doveva riportare Berlusconi a Palazzo Chigi, grazie alla spallata contro Romano Prodi di un manipolo di senatori transfughi del centrosinistra.
L’uomo chiave di questo “gioco grosso” finora è rimasto nell’ombra. Si chiama Giancarlo Innocenzi , è stato sottosegretario alle Comunicazioni nel governo Berlusconi e prima ancora dirigente di Mediaset. Poi è stato nominato membro dell’Autorità garante delle Comunicazioni, ma più che un arbitro sembra un giocatore.

Nell’agosto del 2007, quando il governo Prodi comincia a scricchiolare, Innocenzi entra in campo e comincia a lavorare ai fianchi il senatore del centrosinistra Willer Bordon (a sua volta intercettato durante un colloquio con Saccà per difendere la fiction di De Angelis “Incantesimo” a rischio chiusura).
Bordon ha una moglie attrice con un buon curriculum, si chiama Rosa Ferraiolo: Innocenzi mette in pista il suo amico produttore cinematografico De Angelis per farla lavorare.
È lui stesso a raccontarlo il 2 agosto ad Agostino Saccà. A stopparli è il direttore di RaiUno, Fabrizio Del Noce, per un problema di costi. E Saccà si preoccupa, teme che il capo di RaiUno racconti la vicenda della moglie di Bordon: «Perché possono capire che c’è un gioco più grosso».


Parallelamente al “gioco grosso”, prosegue anche quello piccolo. Berlusconi raccomanda amiche per parti minori nelle fiction Rai e trova finalmente una sponda proprio nel produttore Guido De Angelis che manda a casa una attrice selezionata per merito, Sara Zanier, per fare spazio alla raccomandata del Cavaliere («Una figura di merda», chiosa De Angelis).
Ma Berlusconi apprezza.
Vuole conoscere De Angelis e lo invita a pranzo per il 25 ottobre. Ma prima tocca al “gioco grosso”, a “Inox” e “Tex”, i nomi in codice usati nelle conversazioni intercettate per definire rispettivamente Innocenzi e Willer Bordon.

Subito dopo un incontro con Berlusconi, Innocenzi chiama De Angelis al telefono e racconta quello che ha detto al Cavaliere: «Dovete fare a Guido un contratto quadro che sia per lo meno di 30 milioni all’anno. Guarda c’era anche Willer». Frasi che riportano in primo piano la questione del conflitto di interessi, tanto più perché riferite a un membro dell’Authority che dovrebbe controllare Mediaset. Non solo: alla scena assisterebbe, se è vero quello che dice Innocenzi, anche un senatore dell’opposizione, Willer Bordon.

Il giorno dopo tocca a De Angelis incontrare Berlusconi. Per il produttore trattamento di prima classe: pranzo a due, chiacchiere amichevoli e impegno a rivedersi al più presto ad Arcore, stavolta per discutere di lavoro. De Angelis in gioventù è stato un cantante famoso. Con il fratello ha creato il gruppo degli Oliver Onions, celebri per le colonne sonore di sceneggiati e film, come “Sandokan” e “Trinità”. Complice la passione della musica nasce un idillio. Guido regala il suo ultimo disco e il Cavaliere ricambia. A sera si scambiano i pareri. Con De Angelis che commenta: «Ho sentito il tuo disco. Allora, le canzoni che preferisco sono in ordine: “Il fantasma di un amore”. “Mi dici addio”... E tre, “L’ultimo amore”. Sono belle. Prendono. Sono toccanti, sono...». Berlusconi è più prosaico: «Grazie; io invece ho messo su il tuo disco... e sono stato strappato dall’ascolto dalle terribili telefonate che mi venivano ieri sera dal Senato, dove li abbiamo messi sotto per ben sette volte».

Poi il leader del centrodestra va al sodo e segnala un’attrice: «Se potete fare una telefonata oggi a questa Evelina Manna, perché è in uno stato di frustrazione assoluta... Se puoi chiamarla tu personalmente... dicendole che io sono intervenuto». Insomma i due si capiscono al volo.
Il 6 novembre, Berlusconi fa salire De Angelis sul suo aereo personale da Ciampino a Linate poi lo porta ad Arcore in elicottero: lì parlano con i vertici di Mediaset. Pranzano insieme in quattro con il direttore generale di Mediaset, Alessandro Salem, e il vicepresidente Piersilvio Berlusconi. Il Cavaliere dice: «Dopo Valsecchi, la priorità va a Guido», Piersilvio e Salem acconsentono.



Willer Bordon con la moglie Rosa Ferrajolo
© Foto U.Pizzi

Perché tutta questa attenzione? Guido De Angelis è diventato un personaggio fondamentale in entrambi i giochi che stanno cuore al Cavaliere. Il 4 novembre Berlusconi lo chiama per dirgli: «Senti, per le fanciulle mie, ti ringrazio, le avete convocate credo, tutte quelle che vi ho dato?». E lui risponde: «Sì, tutte tranne una. Perché ti volevo chiedere l’impegno... Sai queste vogliono fare tutte le dive». Ma non è solo quell’aspetto a intrigare il Cavaliere. La sera prima del meeting di Arcore, il 5 novembre 2007, Giancarlo Innocenzi racconta a Guido De Angelis che il presidente lo ha chiamato a mezzanotte e mezza per sapere se riusciranno a convincere Tex Willer. Tanta fatica per nulla. A far cadere il governo, poi, ci penserà da solo Clemente Mastella.

Aiutami, quella è diventata pericolosa
Telefonata tra Silvio Berlusconi (B) e Agostino Saccà (S) del 12 settembre 2007. Il Cavaliere dice al dirigente Rai che gli vuole parlare di «due cose»: la prima riguarda il senatore «calabrese eletto in Australia» e i metodi per contattarlo, la seconda l’attrice Antonella Troise.

B: Punto secondo, quella pazza
della Antonella Troise...
S: Sì.
B: Si è messa in testa che io la odio...
S: Sì.
B: Che io ho bloccato la sua carriera artistica..
S: Ma...
B: È andata a dire delle cose pazzesche in giro... Ti chiedo questa cortesia, di farle una telefonata...
S: La chiamo...
B: E di dire: guarda che e, e, e... fissare un appuntamento, non lo so,
dire che c’è qualche cosa, e di dire che io ti ho tolto la tranquillità perché sono un po’ di settimane che continuo a dirti: io devo far lavorare la Troise...
S: Va bene, la chiamo, la convoco...
B: Scusa, dille, sottolinea il mio ruolo attivo...
S: Va bene.
B: Perché io continuo a dirglielo, ma lei dice pensa che io le sia di ostacolo addirittura, che è una cosa folle, io non sono mai stato di ostacolo a nessuno in vita mia in nessun campo... va bene, però è pazza e, quindi...
S: Sì.
B: Fammi questa cortesia perché sta diventando pericolosa.
S: Va bene...



26 Giugno 2008 - Marco Lillo per l’Espresso, in edicola domani
[Modificato da Etrusco 26/06/2008 13:54]

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26/06/2008 21:51

Berlusconi- Saccà, spuntano nuove intercettazioni



Sull'Espresso altre telefonate del Premier
LINK


Ghedini: denunceremo. L'Anm: fatto deprecabile
LINK

Le conversazioni: leggi


21:29 POLITICA L'inchiesta di Napoli: "bollente" il telefono del direttore di Rai Fiction.
Chiamano Confalonieri, vertici Ds, Bordon, la Moratti, Barbareschi, Letta...



Bordon: «Discorsi fatti per scherzare»


Giulietta e Simona:
le attrici al centro delle nuove telefonate



Simona Borioni, attrice di Vivere, è citata in una telefonata di Fedele Confalonieri con Agostino Saccà





Il Cavaliere, Agostino, la Troise e le altre "segnalate": le foto

Eleonora Gaggioli









Quando la Troise ammise: «Presa senza provino»



[Modificato da Etrusco 26/06/2008 21:58]
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Giulietta Revel citata in una telefonata tra Maurizio Costanzo e Saccà

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Giulietta Ravel


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Intercettazioni Saccà-Berlusconi, ecco le attrici «segnalate»


Hanno lavorato in Rai e a Mediaset le quattro attrici «segnalate» nella telefonata tra Silvio Berlusconi e Agostino Saccà
finite nel mirino della Procura di Napoli.

Tra quelle nominate nelle intercettazioni anche l'attrice Elena Russo, qui sulla copertina di "Panorama"


Elena Russo al «Maurizio Costanzo Show»
(LaPresse)


Ancora la Russo sul set di «Orgoglio» (Agi)

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26/06/2008 23:31


Ma si sa che il Berlusca scherza sempre... [SM=x44452]
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27/06/2008 09:27

Re:
b side, 26/06/2008 23.31:


Ma si sa che il Berlusca scherza sempre... [SM=x44452]




ma certo! E' un cabarettista nato [SM=x44522]

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28/06/2008 14:19

INTERCETTAZIONI INTEGRALI
– SILVIO: LE FANCIULLE MIE LE AVETE CONVOCATE TUTTE?

- MI È STATA PROPOSTA MADRE TERESA DI CALCUTTA, MA IO HO DETTO; SÌ, CON QUELLE TETTE, CON I TACCHI A SPILLO…

Da Corriere.it




1 - «STO LAVORANDO PER FAR CADERE IL GOVERNO»
La telefonata tra Berlusconi e Saccà: «Quella pazza della Antonella Troise si è messa in testa che io la odio»


La telefonata del 12.09.07 delle ore 15.18 da Silvio Berlusconi ad Agostino Saccà
(A.: Agostino Saccà; S: segretaria Saccà; P.: presidente Berlusconi).


A. Chi è?... Pronto?

S. Direttore Saccà, buonasera, la segreteria dei presidente Berlusconi.


A. Ah sì, grazie.

S. Glielo posso passare?

A. Certamente.

S. Grazie.

(Dopo qualche secondo di attesa:)

S. Direttore, ancora un istante, grazie.

A. Sì, grazie, certo.

(Dopo qualche secondo di attesa:)

P. Pronto?

A. Buonasera, presidente, come sta? Bene, bene...

P. Sto lavorando per far cadere il governo e conto di riuscirci.

A. E credo che ce la può fare... io le volevo...

P. lo le telefono per due cose...

A. Sì, sì.

P. Oltre... ti telefono per due cose oltre alla vicenda della Rai, naturalmente, per cui...

A. Sì, si.

P. Questo Fabiano Fabiani è anche uno con cui penso che tu sia amico, no?

A. Diciamo che lui ama la fiction, perché è stato presidente ed ho un buon rapporto...

P. Io anche ho un buon rapporto con lui, non gli telefono per salutarlo perché adesso sono in contro corrente e che in effetti devono darci il presidente, no, ecco, comunque, insomma, credo che, che non sarà disastroso...

A. No.

P. Credo che non sarà disastroso.

A. Penso che è uno che va a vedere i fatti concretamente e darà giudizio...

P. Va bene, senti un po', lui è stato direttore generale della Rai, no?

A. Lui è stato vice direttore.

P. Vice direttore generale.

A. È stato direttore del Tg1, ma parliamo degli anni Sessanta, poi direttore dei "culturali", poi vice direttore generale, poi è uscito, è andato in lri a fare il presidente delle autostrade...

P. Eh.

A. Poi dopo Autostrade, è passato a fare il direttore di Finmeccanica centrale, poi ha fatto l'amministratore delegato di Finmeccanica e lì ha venduto l'Alfa Romeo alla Fiat, e c'è questa cosa, tutta questa vicenda qui, e poi è andato a Napoli a ge... a fare quel discorso dei recupero dell'ex area Finsider, no, e non ha cavato un ragno dal buco, e poi Veltroni l'ha nominato prima presidente di Roma expo, che è una società sulle esposizioni romane, e poi direttore generale di coso, di... di... di Acea, e da direttore generale di Acea ha fatto una grossa operazione, questa se la faccia tirare fuori, di, come dire, di affidamento a... a, come dire, a Copservizi, è una cosa molto grossa, molto, molto grossa di un carico importante, e... e... e di tutte le municipalizzate di Roma, eccetera...

P. Comunque è uno capace...

A. È uno che è molto capace.

P. È uno che mi "faceva" ricordo perché diceva che i figli li picchiava con i pugni...

A. Sì, sì, no, è uno molto capace e che poi, che giudica sui fatti, allora... è come lei, presidente, quando io parlo di lei, dico: ma a Berlusconi non gliene frega, l'importante è che i gatti pigliano i topi...

P. Sì, sì.

A. Se sono neri, sono rossi, sono bianchi...

P. Va bene...

A. Per lui...

P. Grazie, grazie mille... allora, le due cose per cui ti disturbo, Agostino, sono...

A. Sì, sì.

P. Una, e... e... e perché, e... e... e tu mi hai parlato di quel calabrese...

A. Sì.

P. Eletto in Australia...

A. E lì, su quello io ho delle notizie importanti, molto importanti...

P. Ecco...

A. E possibilmente positive, se governata la situazione...

P. Sì, e allora io su quello sono interessato, che sto facendo l'operazione, sto cercando di aggregare più senatori possibili, no...

A. Sì.

P. Ecco, quindi su quello se hai delle cose da dirmi, se poi ti...

A. lo delle cose, se vuole gliele posso già dire al telefono e poi...

P. Sì, sì, dimmele, vai, dimmele, dimmele.

A. Allora, lui era il direttore... non è vero quello che mi avevano detto, perché lui in realtà di cultura era più, come dire, laburista, lì, no...

P. Uhm.


Antonella Troise
A. Questo è il dato, però, però, però... e dirigeva, non come mi è stato detto, "La Fiamma di Sidney", ma l'altro giornale della stessa proprietà, che è una proprietà di italiani che vengono dal Veneto, importanti, che sono grandi importatori dall'Italia di prodotti alimentari...

P. Eh.

A. E lui è un uomo di questi, signori, praticamente, di questi signori qua... lui ha fatto due cose... intanto sta tornando poco in Australia, sta tornado molto poco, se vi dico come... perché fu un mio amico, e... e... e carissimo, che tra l'altro vive a Milano, è noto, eccetera, è cugino di un grande ristoratore australiano, e questo signore andava tutte le sere a mangiare quando usciva dal giornale, a mangiare... e quindi so tutto proprio... e allora, lui ha fatto due cose, uno, ha dichiarato alla radio degli italiani in Australia che se il governo non fa entro quest'autunno, non approva comunque un disegno di legge sulla doppia cittadinanza per gli italiani d'Australia, lui lascia... evidentemente dice l'amico, e... e... e come dire, ristoratore, si sta preparando il modo per uscire, perché, evidentemente, sta riflettendo chi lo rielegge la prossima volta, ed è chiaro che il governo non ce la fa a fare un disegno di legge, approvarlo sulla doppia cittadinanza in Australia, e poi perché agli italiani e non ai sudamericani, eccetera, eccetera... l'altra cosa è che, e... e... e, lui torna pochissimo in Australia, sta motto qui in Italia, il giornalismo per lui è importante, è importante il futuro, chi l'aiuti... quindi, glielo vorrei dire meglio a voce, diciamo, presidente...

P. Sì, ma senti un po', c'è una persona che potrebbe, che potremmo usare per contattarlo...?

A. Sì, c'è questo mio amico, questo mio amico che è un commercialista importante, di origine calabrese, che sta a Milano, che tra l'altro è nostro probiviro, lì, di Forza Italia a Milano, quindi è uno proprio nostro...

P. Di casa.

A. Nostro, importante, che io mi sono rivolto a lui sapendo che lui aveva questo cugino che era... aveva una catena di ristoranti importanti in Australia, e lui subito mi ha detto tutto...

P. Allora se tu puoi...

A. E lui si propone proprio per dire: allora se devo essere l'uomo di contatto, allora divento l'uomo di contatto...

P. Se tu potessi combinare un incontro con Marinella di questo signore a Milano con me lunedì o martedì prossimo, mi faresti una cortesia.

A. È troppo presto, presidente, ci dobbiamo dare... non ce fa faccio in così pochissimo tempo.

P. No, ma no del... del dep... del senatore...

A. Ah.

P. Del probiviro.

A. Ah, certo, del nostro amico, del nostro, e... e... e del commercialista, subito...

P. Va bene.

A. Questo lo faccio immediatamente.

P. Va bene; punto primo, e questo grazie e moltissimo...

A. Sì.

P. Punto secondo, quella pazza della Antonella Troise...

A. Sì.

P. Si è messa in testa che io la odio...

A. Sì.

P. Che io ho bloccato la sua carriera artistica...

A. Ma...

P. È andata a dire delle cose pazzesche in giro... ti chiedo questa cortesia, di farle una telefonata...

A. La chiamo...

P. E di dire: guarda che, e... e... e fissare un appuntamento, non lo so, dire che c'è qualche cosa, e di dire che io ti ho tolto la tranquillità perché sono un po' dì settimane che continuo a dirti: io devo far lavorare la Troise...

A. Va bene.

P. Perché c'è il padre che sta morendo e ha bisogno di soldi...

A. Va bene, la chiamo, la convoco...

P. Scusa, dille, sottolinea un mio ruolo attivo...

A. Va bene.

P. Perché io continuo a dirglielo, ma lei dice pensa che io le sia di ostacolo addirittura, che è una cosa folle, io non sono mai stato di ostacolo a nessuno in vita mia in nessun campo... va bene, però è pazza e quindi...

A. Sì.

P. Fammi questa cortesia perché sta diventando pericolosa.

A. Va bene; ho un'altra cosa da dirle io, perché io ho visto pure Pietro Fusa, però so che lì sta andando anche un altro discorso avanti, eccetera, quelle due....

P. No, lì così siamo fermi invece.


A. Allora le dico quello che mi ha detto, glielo dico rapidissimamente, eccetera, lui mi ha detto, dice: guarda, Agostino... lui poi è di poche parole, è stato due ore a casa mia, è venuto lui a casa mia in Calabria, a casa di mia sorella, ha detto: guarda, Agostino, intanto apprezzo questa cosa che Silvio ha messo te, che vuoi dire che allora mi rispetta e mi stima, perché io ti consi... le dico quello che mi ha detto, ti considero un grande intellettuale, un uomo importante...

P. Bene.

A. E quindi vuol dire che, che mi valuta per quello che io merito, eccetera, però ti dico due cose che devi dire a lui, allora, uno, che io sto con lui, cioè, voglio dire, li odio questi qua, io sono democristiano, dico, non sono che so stato costretto a finire lì... due, che quand'anche io passo, se luì non risolve il problema di Casini, perché io vivo al Senato, in piedi il governo lo tengono i senatori di Casini...

P. No, non possono tenerlo i senatori di Casini, perché Casini si sputtanerebbe definitivamente di fronte a tutti...

A. No, però di fatto, sotto sotto...

P. No, no, ma sotto sotto noi denunceremmo con grande violenza tutto questo, andrei io in televisione a dire: questo Casini è un porco traditore e, quindi, squalificato per sempre della scena politica dei liberali.

A. Però lui mi ha detto: questo è il problema, perché siamo in dieci, non ce la facciamo più, mi ha detto...

P. Sì, sì, sì...

A. Non ce la facciamo più.

P. Infatti io ce ne ho diversi, io sto facendo la corte a più di venti.

A. Un'altra cosa che lui mi ha detto... io ho detto: sì, però io... se Berlusconi si è scomodato per chiamarmi, io la cosa gliela devo portare, dico: Pietro, mica ci muoviamo, perdiamo tempo, voglio dire, dai, dico io gli posso comunque dire una cosa, che se lo aggredissero personalmente sulle sue sostanze, sulla sua azienda, sulle sue cose, tu non ci stai, garantisciglielo, m'ha detto, questo glielo puoi garantire...

P. Grazie.

A. Poi sul resto vediamo... questo garantisciglielo, che su questo io non ci sto, e lo dichiaro, perché è una persecuzione, sarebbe una persecuzione personale...

P. Va bene, grazie mille; senti...

A. Il resto, io...

P. Allora adesso io Fusa penso di cucinarmelo io, gli telefono direttamente io, lo invito io.

A. Eh, io so che, che lui... qualcosa c'è, perché lui mi ha detto: e ma io poi lo vedo... cioè, capito, lui me l'ha detto questo...

P. Va bene.

A. Dico: benissimo... va benissimo, così gli ho detto...

P. Va bene... va bene.

A. Poi, presidente, quando può e quando vuole, io le devo dire anche altre cose, la Rai, ma comunque...

P. Va bene, quando vuoi telefona alla Marinella...

A. Va bene, va bene.

P. Glielo dico e fissiamo un appuntamento subito.

A. Intanto io con Marinella mi metto d'accordo per mandarle il Pilello...

P. Come si chiama?

A. Pilello, Pietro Pilello

P. Pivello?

A. Pietro Pilello.

P. Pilello.

A. Tra l'altro è un personaggio anche importante a Milano, perché è nella commissione tributaria di Milano...

P. Benissimo, benissimo.

A. È una persona seria...

P. Grazie mille.

A. Va bene, presidente...

P. Grazie.

A. Buon lavoro.

P. Grazie moltissimo, Agostino, ciao.

A. Comunque le voglio dire una cosa, che sul territorio ho trovato un consenso verso di lei, in Calabria, per cui è papa subito. (ride)

P. (Ride) Va bene.

A. Ma è una cosa meravigliosa.

P. Va bene, grazie mille.

A. Arrivederla.

P. Ciao, grazie molto, grazie.



2 - BERLUSCONI A SACCÀ: “QUELLA PARTE LÌ, PER UNA TROISE NON ANDAVA BENE?”

Telefonata N.7208 del 30.10.07 ore 17.41

LEGENDA
A. = AGOSTINO SACCA'
S. = SEGRETARIA SACCA'
P. = PRESIDENTE BERLUSCONI


A. Pronto?

S. Pronto, buonasera dottor Saccà, le passo il presidente Berlusconi


A. Grazie

S. Grazie

P. Agostino...

A. Buonasera, presidente, come sta?

P. Ciao; ti chiedo scusa, se io... bene, sono diventato nonno stamattina, ho un nipotino di quattro chili...

A. Complimenti!

P. Sì, sì, sembra tutto bene... senti, sto lavorando bene per il Governo, quindi sono abbastanza sereno. Senti una cosa, mi telefona la signora Marta Flavi...

A. Sì

P. E mi dice che sta trattando per "Incantesimo" una parte, e che tutto dipende da te, io non ho nessun rapporto con la signora Flavi, ti riferisco soltanto che lei si è fatta viva telefonando...

A. La Flavi... la Flavi non è un'attrice, quindi è, come dire, un po' complicato, comunque...

P. Ho capito

A. Me ne occupo e lo vedo...

P. Ma vedi un pochettino, insomma... soltanto, in questo caso, ti dico la verità, far sapere che ho fatto una telefonata...

A. Va bene

P. Tutto qui, non ho nessuna... interesse se non il fatto di dire sì a chi chiede una cortesia...

A. Va bene...

P. Tutto qua

A. Presidente

P. Ecco, quella parte lì, tra l'altro, per una... quella là, per una Troise non andava bene?

A. Non credo, non credo

P. No? Va bene, vediamo un po'

A. Adesso vedo

P. Va bene, scu...

A. Mi metto d'accordo con Marinella per la settimana prossima, per quando ci si vede

P. Sì, benissimo, benissimo

A. Arrivederla, presidente

P. Ti chiedo scusa, ma quando uno è nella mia posizione riceve queste cose...

A. Non c'è problema, presidente

P. E non può, non può che smistarle

A. E poi non ha mai fatto pressioni, che è così gentile sempre, se le cose si possono fare, bene, se no...

P. Eh...

A. Bene, presidente

P. Allora vedi tu di dargli un riscontro, comunque

A. Grazie, ci sentiamo

P. Grazie di tutto.



3 - LE FANCIULLE MIE LE AVETE CONVOCATE TUTTE?
Telefonata del 4.11 07 ore 17.11 da Silvio Berlusconi a Guido De Angelis

(D.: De Angelis; S.: segretario presidente; B.: Berlusconi).

D. Pronto?

S. Sì, buonasera, Villa San Martino ad Arcore, è il dottor Guido De Angelis?

D. O meglio sono io.

S. Le passo il dottor Berlusconi
; buonasera.

D. Grazie mille, buonasera.

(Dopo qualche secondo di attesa:)

B. Pronto?

D. Ciao.

D. Bene, tu stai bene?

B. Tutto bene, sì, sì... lavoro troppo, ma insomma.

D. Eh, lo vedo, lo vedo...

B. Uhm, uhm.

D. Sento, mamma mia, come...



B. Allora...

D. Dimmi... allora, ci vediamo?

B. E, dunque, guarda, io, e... e... e ho, questa settimana qua avevo, ho sparato con mio figlio, non siamo riusciti a combinare i nostri, e... e... e...

D. Sì.

B. Il nostro stare insieme, perché quando io sono a Milano lui è a Madrid, quando io sono a Roma lui è a Milano, quindi ci siamo dati appuntamento, con le agende reciproche, martedì per fissare di fare quest'incontro.

D. Martedì, questo?

B. Questo mar... sì, sì, ci troviamo io e lui martedì mattina, prima che io parta per, per una cosa del genere, e, e siccome lui dorme qui ed io dormo qui, martedì ci troviamo per colazione alle nove e vediamo di fissare un appuntamento; tu preferisci a Roma o a Milano?

D. Ma dove vole... no, a Milano, io non voglio... voglio arrecare meno fastidio possibile, per cui per voi...

B. Va bene.

D. A Milano, anzi io, io adesso stavo andando a Milano ma torno indietro adesso, non c'è problema...

6. Sì, sì.

D. Giro la macchina e torno, hai capito?

B. Perché stavi venendo a Milano per che cosa?

D. E per, e... e per... se l'incontro era lunedì era meglio che stavo a Milano fin da stasera, hai capito?

B. Ah, ho capito, ho capito.

D. Ma...

B. Ma io purtroppo parto stasera per Roma, perché mi hanno chiesto di parlare domani mattina alla Cisl e siccome e... e... e, questo Bonanni della Cisl controlla tre senatori...

D. Eh, lo so, infatti.

B. E sono costretto ad andare indietro a questa cosa.

D. Immagino; quindi, quando pensi che sarà, grosso modo?

B. Ma guarda, in settimana, ma verso giovedì, venerdì, insomma.

D. Verso giovedì... ma dove, a Milano o a Roma?

B. Ecco, adesso te lo so dire solo martedì mattina.

D. Va bene, allora ci sentiamo...

B. Perché lui era via e non aveva l'agenda dietro.

D. Va bene, allora...

B. Senti, per le fanciulle mie, ti ringrazio, le avete convocate, credo, tutte, quelle che vi ho dato?

D. Eh, quasi tutte meno che una, che non ancora... volevo parlarti un attimino a quattr'occhi per capire bene, perché, e... e... e chiedono e allora volevo, volevo un attimino capire...

B. Avere la dimensione dell'impegno.

D. Come?

B. Avere la dimensione...

D. Avere la dimensione dell'impegno e come mi posso regolare...

B. Sì.

D. Perché almeno mi regolo io, però l'importante, io, è avere la dimensione, perché se uno sente loro, e... e... e va bene...

B. Vogliono fare le dive?

D. Sì, vogliono fare...

B. Marilyn Monroe!

D. Sì. (ride)

B. Sono tutte Marilyn Monroe!

D. Matha Hari, tutti questi personaggi, Giovanna D'Arco, non so se te ne ho già parlato, Giovanna D'Arco...

B. Guido, tu proponi Madre Teresa di Calcutta, vedi che si tirano indietro.

D. No. (ride) Veramente c'è stata, mi è stata proposta Madre Teresa di Calcutta, ma io ho detto; sì, con quelle tette, con i tacchi a spillo. (ride)

B. (Ride) Va bene, io per caso, invece, ho incrociato a Roma...

D. Eh.

B. Una tua attrice... tu fai "Vivere", no?

D. No, no, no, no, no.

B. Ah, non lo fai tu "Vivere"?

D. No, no, no.

B. Chi lo fa?

D. "Vivere" lo fanno su alla "Endemol", credo, no.

B. Ah, lo fa la "Endemol", ah, la "Endemol", ho capito.

D. Eh.

B. No, allora ho conosciuto per caso, mi è stata solo presentata "en passant" in un corridoio...

D. Eh.

B. Una che faceva "Vivere", e credevo che "Vivere" lo facessi tu; tutto qui, no, no.

D. Ah, no, no, no.

B. Va bene, allora, senti, ti chiamo io martedì mattina e fissiamo l'appuntamento.

D. Ed in settimana sarà, vero?

B. Va bene, sì.

D. Grazie mille.

B. Ciao, Guido.

D. Non stancarti troppo.

B. Ciao, grazie.

D. Ciao, ciao.

B. Ciao, ciao.



4 - BERLUSCONI A DE ANGELIS: «CHIAMATE
LA MANNA, È FRUSTRATA»»

Telefonata N.194 del 26.10.07 ore 11.56

LEGENDA
D. = DE ANGELIS GUIDO
S. = SEGRETARIA PRESIDENTE
P. = PRESIDENTE BERLUSCONI


D. Sì, pronto?

S. Buongiorno, è il dottor De Angelis?

D. Sì, sono io

S. Buongiorno, le passo il presidente Berlusconi


D. Grazie mille

S. Grazie a lei

Dopo qualche secondo di attesa:

P. Guido...

D. Buongiorno; come stai?

P. Bene, bene, e sono a lavoro da prestissimo su questa cosa del Senato

D. Eh, eh, dai, datti da fare... senti, ti volevo dare soltanto, e, e, e, ho le... ho sentito il tuo disco, "L'ultimo amore", io t'avevo promesso che ti davo un mio parere...

P. Sì

D. Allora, le canzoni che io preferisco sono, in ordine: "Il fantasma di un amore"...

P. Sì

D. Due, "Mi dici addio"...

P. Sì

D. E tre, "L'ultimo amore"

P. Ah, bene

D. Sono belle, sono, e, e, e, prendono, sono toccanti, sono...

P. Bene, bene, bene, va bene... bene, insomma, è un divertimento, è un "divertismama", mi fa piacere che uno come te abbia, le abbia trovato buone

D. Le ho trovate buone senza...

P. Grazie; io invece ho messo su il tuo disco...

D. Eh, eh?

P. E sono stato strappato dall'ascolto, da, da, dalle, e, e, e, dalle, e, e, e, terribili telefonate che mi venivano ieri sera dal Senato, dove li abbiamo messi sotto per ben sette volte

D. Sette volte sotto sono andati?

P. Sì, sì, va bene, ho sentito solo la prima e perciò mi riservo di sentirle..

D. Di risentirle

P. In questi giorni di vacanza

D. I vecchi devi sentire

P. Va bene

D. Senti, allora, ti volevo dire, ho chiesto anche a, a Valentino, poco fa, quelle persone che io contatterò...

P. Sì

D. Devo dire che, che l'input viene da, insomma, dalle parti vostre?

P. Sì, sì, da me, da me, di' pure alle, alle interessate di' pure assolutamente da me.

D. Ecco, benissimo

P. Se potete fare una telefonata oggi a questa Manna, perché è in uno stato di frustrazione assoluta...

D. Perfetto, facciamo...

P. Se puoi chiamarla tu personalmente...

D. La chiamo io personalmente fra cinque minuti

P. Esatto, dicendole che io sono intervenuto, che ti ho detto, ho fatto con insistenza, di' pure...

D. Va bene

P. E che perciò ti metti... vediamo se riusciamo a fare una cosa proprio per lei

D. Sì, va bene

P. Grazie

D. Un abbraccio

P. Grazie di cuore

D. Ciao, ciao, ciao.




5 - «MI STANNO FACENDO UN MARE DI CASINI»
Telefonata di Berlusconi al produttore De Angelis


Telefonata del 5.11.07 ore 18.47 da Silvio Berlusconi a Guido De Angelis
(D.: De Angelis; S.: segretaria presidente; B.: Berlusconi).


D. Sì, pronto?

S. Sì, buonasera, è il dottor Guido De Angelis?

D. Sono io.

S. Buonasera, segreteria del presidente Berlusconi...


D. Sì, grazie.

S. Le passo il presidente, grazie.

D. Grazie.

(Dopo circa un minuto di attesa:)

P. Guido...

D. Sì, ciao.

P. Ecco, allora, senti, io verrei su a Milano...

D. Sì.

P. Per fare questo tuo incontro...

D. Sì.

P. Domani ad Arcore...

D. Sì.

P. Io parto alle dodici e quindici da Roma...

D. Uhm, uhm.

P. Ed arrivo perciò una e mezza, una e tre quarti ad Arcore.

D. Ah, e allora io parto domani mattina con il primo aereo e...

P. Tu dove sei?

D. lo sono a Roma ma... ma tu vai in macchina? Sì, in macchina, vai in aereo?

P. No, allora vieni su con me, scusami.

D. Ah, va bene, ma da dove?

P. Dall'aeroporto militare di, e... e... e... dall'aeroporto militare di Roma.

D. Ah, e sarebbe, quale sarebbe, quello dell'Urbe?

P. No, l'aeroporto militare è Ciampino...

D. Ciampino.

P. E c'è... la stazione, non è quella dei voli generali, ma è la stazione militare.

D. Va bene, io... a che ora dovrei stare lì?

P. Ma andiamo... se partiamo alle dodici e quindici...

D. A mezzogiorno?

P. A mezzogiorno, insomma.

D. Ah, va bene.

P. Poi siamo noi e, quindi, non c'è bisogno di fare nessuna...

D. Nessuna...

P. Nessuna... quando arriviamo, arriviamo, insomma.

D. Va bene, va bene. Come, come stai?

P. Dodici e quindici... adesso devi darmi la targa della tua auto perché lì c'è un controllo, per farti entrare devono avere il nome e la targa.

D. Ah... arrivo... ho preso...

P. Niente, telefona alla mia segreteria domani mattina.

D. Ah, telefono alla...

P. Domani mattina, sì, alla mia segreteria.

D. Telefono a Marinella?

P. Se invece ti viene più comodo di venire qui a prendermi in ufficio...

D. E certo.

P. Vieni da me in ufficio e andiamo là insieme.

D. Ah, allora vengo, vengo senza macchina, allora?

P. Sì, vieni qui con una tua macchina, ti fai accompagnare...

D. Sì.

P. E... e andiamo insieme.

D. Li, a cosa, a Palazzo Grazioli?

P. A Palazzo Grazioli.

D. A che ora vengo?

P. Allora, dodici e quindici decollo, vieni alle dodici meno un quarto.

D. Ah, dodici meno un quarto, benissimo, allora domani mattina sono là.

P. Undici e quarantacinque.

D. Sono lì, sono lì domani mattina.

P. Eh, si può partire anche alle dodici e mezza, intendiamo... guarda, facciamo così, vieni qui a mezzogiorno, che partiamo alle dodici e mezza, dai.

D. No, a mezzogiorno...

P. Tanto siamo noi, mio figlio lo facciamo atterrare un attimo...

D. (Ride)

P. Dodici e mezza.

D. Va bene.

P. Alle dodici qui da me, decolliamo alle dodici e trenta.

D. Perfetto, alle dodici sono...

P. Sono da me... ciao.

D. Come stai? Tutto bene?

P. Bene, bene... sì, mi stanno facendo un mare di casini, ma non fa niente...

D. Ah, sì?

P. Siamo forti!

D. Siamo forti!

P. Ciao.

D. Ciao, a domani.

P. Allora, mezzogiorno qui da me.

D. A mezzogiorno da te. Ciao, ciao.

P. Ciao, grazie.


Corriere 27 Giugno 2008

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28/06/2008 14:30


E LA SINISTRA SI SCHIERA DALLA PARTE DEL PUZZONE:
SIAMO TUTTI RACCOMANDATI

“LIBERAZIONE”: “SACCÀ, POVERO CRISTO”

– PD: CATTIVO GUSTO MA FATTI MARGINALI

INTERCETTAZIONI: PROVINI ‘INCANTESIMO’:"E' UN PO' STRAPPONA? LA MIGLIORIAMO"







1 - “LIBERAZIONE”: “SACCÀ, POVERO CRISTO”– PD: CATTIVO GUSTO MA FATTI MARGINALI
Paolo Conti per il Corriere della Sera


«Solidarietà ad Agostino Saccà». In prima pagina. E non è un foglio vicino al Pdl ma si tratta di Liberazione, un «giornale comunista » come si legge sulla testata. Il tono è più che ironico, si ride sulla «vita infernale di Saccà» tra una telefonata di Berlusconi e l'altra, tra una segnalazione per la moglie di Bordon e una chiamata di Letizia Moratti. Attrici da piazzare nelle fiction. Ma molto spesso «Agostino, poveraccio, non ottiene nulla». Quasi «un povero cristo... ».

Che ne dicono nel centrosinistra, per esempio nella commissione di Vigilanza? Ride Giorgio Merlo, ex Margherita: «La mia concezione politica, culturale e istituzionale è lontana mille miglia dal giustizialismo girotondino. Mi chiedo: se avessi telefonato a Saccà per suggerirgli di girare una fiction su Gigi Meroni, il primo calciatore Beat che rivoluzionò i costumi sportivi nostrani, sarebbe stato un atto criminale? Non giudico gli altri filoni... ».

Concorda Fabrizio Morri, capogruppo Pd nella commissione: «Ammetto che il 99% della roba pubblicata appare abbastanza risibile, mi riferisco a tutto il comparto attrici. Saccà povero cristo? Non è una mammoletta, gestiva un budget da 400 milioni di euro». Altro capitolo, afferma Morri, riguarda «quelle telefonate che prefigurano un accordo di palinsesto tra aziende che dovrebbero essere concorrenti.

Lì vedo una lesione di autonomia editoriale nel nome di un asservimento concordato» La parola a Paolo Gentiloni, ex ministro delle Comunicazioni: «Le attrici? Di certe fenomenologie del cattivo gusto non farei alcuna strumentalizzazione di natura politica perché non c'è dubbio che siano del tutto marginali, anche se sono il sintomo di un degrado. Gravissimo è invece il coinvolgimento di un membro dell'autorità garante delle Comunicazioni come Innocenzi ». Gentiloni conclude con una riflessione: «Eccolo, il pericolo di queste antologie generiche. Che non si distingua la sciocchezza dal dato molto rilevante».

Molto più severo Vincenzo Vita, Pd ex Ds, che da anni si occupa di comunicazione: «Lo capisco, esistono reati più gravi di ciò che appare in quelle intercettazioni. Ma emerge comunque un quadro a tinte squallidissime, una gelatina orrenda, il contesto di una lottizzazione minore e veramente penosa che nell'immaginario collettivo deturpa il volto della tv pubblica».

Anche Vita indica nel caso Innocenzi l'aspetto «più inquietante» della vicenda Saccà: «Lì si apre un problema istituzionale, si tratta di un'autorità prossima a una magistratura del proprio campo. È la riprova di un sordido intreccio Rai-Mediaset....». Conclude Giuseppe Giulietti: «Non mi appassiono al destino dell'ultima attrice da piazzare... è ininfluente. Dico che l'aspetto più grave è il sistema chiuso, non concorrenziale della tv italiana in cui dieci persone concludono accordi di cartello. E sono sempre le stesse da anni e anni. L'agenda Rai è ferma a quarant'anni fa...».



2 - I PROVINI PER INCANTESIMO - "E' UN PO' STRAPPONA? LA MIGLIORIAMO"
Flavia Amabile per La Stampa


Più o meno un anno fa, il 21 giugno del 2007 alle 18,40, Agostino Saccà si fa chiamare Silvio Berlusconi dalla sua segretaria.
Parlano della fiction Barbarossa voluta dalla Lega.
Saccà è molto ossequioso fin dall’inizio della conversazione. A un certo punto sottolinea: «Lei è l’unica persona che non mi ha chiesto mai niente, voglio dire, no...».

Berlusconi «Io qualche volta di donne ti chiedo, perché...».
Saccà «Sì, ma mai...».
B. «Per sollevare il morale del capo, ogni tanto».
S. «Eh, esatto, voglio dire, ma mi ha lasciato una libertà culturale di ideale totale, voglio dire, totale, e questo lo, lo , lo sanno tutti...».

Elena ed Evelina
Berlusconi e Saccà scambiano ancora qualche battuta ma Berlusconi a un certo punto taglia corto.
B. «Senti, tu mi puoi fare, ricevere due persone...».
S. «Assolutamente».
B. «Perché io sono veramente dilaniato dalle richieste di coso. Con la Elena Russo non c’era più niente da fare, non c’è modo... le puoi fare una chiamata. La Elena Russo...».
S. «Sì, sì, sì».
B. «E poi la Evelina Manna, non c’entro niente io, è una cosa diciamo, di... Io sto cercando... di avere la maggioranza in Senato. E questa Evelina Manna può essere... perché mi è stata richiesta da qualcuno con cui sto trattando. E anche Elena Russo... grazie mille».

Due settimane più tardi, il 6 luglio alle 17,53. Questa volta è Berlusconi a cercare Saccà. «Ho quel problema anche che avevo accennato... di Elena Russo...».
S. «Sì».
B. «E tu mi avevi detto della produzione Bixio “Questo è amore...”».
S. «Esatto...».
B. «E “Betty Lafea”...».
S. «Esatto».
B. «E’ una cosa possibile? Io ci terrei molto che si concretizzasse perché...».

Facciamo 20 pose
Berlusconi insiste nel perorare la causa di Elena Russo, alla fine ringrazia Saccà per il suo impegno.
B. «Ecco, guarda, ti ringrazio molto perché io veramente ci tengo, perché è una situazione veramente dolorosa. E io sai che poi ti ricambierò dall’altra parte quando tu sarai un libero imprenditore...».



Ad ottobre Saccà parla con Rosanna Mani, condirettrice di Sorrisi e Canzoni, stavolta per segnalare Vittoria Ferranti.
Mani. «Allora, in sostanza, Berlusconi, io ho detto: guardi che sia Agostino che Guido hanno fatto il massimo, perché poi è stata la Rai che, cioè le persone che, che seguono questo progetto “Incantesimo” e non l’hanno giudicata, però sia Agostino che Guido (Guido De Angelis, produttore di fiction, n.d.r.) hanno subito attivato un...».
Saccà. «Un’altra linea».
M. «Un’altra linea di scrittura per una cosa di 20, 25 pose, che non è una...».

Tre minuti dopo Saccà chiama Mirko Dalio (Mirco Da Lio, story editor di «Incantesimo», n.d.r.). «Senti una cosa, Mirko, voi avete fatto un provino ad una signorina Ferranti per un ruolo di “Incantesimo”...».
Mirko. «Provino a...».
S. «Una signorina Ferranti, Ferranti».
M. «Sì, sì, sì».
S. «Com’era? Com’era?».
M. «Uhm, era per un ruolo, non era pessima, però l’attrice che abbiamo scelto, che avremo individuato sarebbe molto più adatta».
S. «Cioè, no, tu dimmi se, capito, perché poi io devo difendere Incantesimo, devo difendere tutto, eccetera, quindi non è che viviamo in un mondo...».
M. «Era un po’ troppo “strappona”, tra virgolette, sostanzialmente come resa, sì».
S. «E non si può migliorare? Non si può fare nulla, secondo te?».
Lo story editor esita. Saccà insiste. «Allora voglio vederla pure io, va bene? Voglio vederla pure io: l’ultima parola spetta a me, va bene?».

«Bona, bona, bonacciona»
Chiuso il telefono con Da Lio, Saccà richiama Rosanna Mani, le riferisce la conversazione sulla Ferrante.
Saccà. «No, mi ha detto: sai, questa è un poco “strappona”, a Roma “strappona” significa un po’, un po’ “bona, bona”, capito, bonacciona, capito?».
Mani. «Capirai (ride)».
S. «Una “bona”, non proprio borgatara».
M. «Sì, di quelle abbondanti, con misure abbondanti».
S. «Non anglosassone, diciamo (ride)... Ho detto: va bene, può darsi che va bene la “strappona”, me la fate vedere, per cortesia, e comunque si può lavorare, di trucco, di costume».
M. «Certo, certo».

Saccà vede i provini il giorno seguente, poi chiama Guido De Angelis. «Allora, ho visto i provini, allora, la Zanier come recitazione è migliore della Ferranti, non ci sono dubbi, ma la Ferranti è brava, voglio dire...».
De Angelis. «Sì, che è brava...».
S. «E soprattutto la Zenier mi sembra più sofisticata per una soap, mi sembra più protagonista di un giallo, di un poliziesco, no? Ha un naso più moderno». Per Saccà invece la Ferrante «è più diretta, più soap». E quindi ordina: «Però, però bisogna fare due cose, io adesso lo dico anche al capostruttura di prendere la Ferranti, c’è bisogno però di fare due cose, uno, un coach, lei ha bisogno di un coach sulla parte, sulla recitazione, eccetera...». E poi bisogna intervenire anche sulla scrittura. «Scriverle delle cose giuste, carine per lei, eccetera, ma poi, non fatela, eh, scopritele il viso, non datele il viso coperto dai capelli perché sembra più “puttana”, non so se è chiaro...».

Una settimana dopo Saccà chiama Paola Masini, capostruttura di Rai Fiction per parlarle di Elena Russo. «Senti una cosa, Paola, ti ricordi che io ti avevo detto della Russo come protagonista in quella storia, in quel film, no...».
Masini. «Sì, “Ovunque tu sia”».
S. «Io la preferisco, e resti fra di noi, alla come si chiama...
M. «A Lucrezia».
S. «A Lucrezia Della Rovere».




3 - E SACCÀ SPIEGÒ I CONTI RAI A BERLUSCONI
LA "CONSULENZA" AL CAVALIERE: SKY PUÒ FAR MALE A NOI E ALLA TUA MEDIASET

I verbali da La Repubblica

espresso.repubblica.it/dettaglio//2031027
espresso.repubblica.it/multimedia/2444353
espresso.repubblica.it/multimedia/2451312

Sul sito online dell´Espresso ieri sono state rese disponibili le versioni audio di altre intercettazioni – dopo quelle diffuse giovedì – disposte dalla procura di Napoli nell´inchiesta per corruzione nella quale sono indagati Silvio Berlusconi e Agostino Saccà. Ne pubblichiamo alcuni brani.

Agostino Saccà (S), all´epoca direttore della Fiction Rai, chiama Giuliano Urbani (U), membro del Cda Rai, al quale riferisce il contenuto di una telefonata con Berlusconi – 28 giugno 2007 ore 19.07


U. Dimmi solo il voto da 1 a 10 sul colloquio di oggi.
S. Otto, molto bene. Ho esordito dicendo che la situazione è difficilissima. Gli ho fatto vedere i dati di conto economico e gli ho detto: «Attenzione, perché se esplode la Rai esplode il sistema e i pezzi arrivano addosso a tutto il resto». E lui di questo era consapevole, ha capito la posta in gioco, ha detto: «Sì, Murdoch si vuole allargare troppo». (...) Lui mi ha detto: «E come si fa a tentare di ritirare su l´azienda?». «Eh – dico – bisognerebbe cambiare direttore generale». «Ma è vero – mi dice – che litigano pure tra di loro?». «Ma anche se andassero d´accordo – gli ho detto – in Rai dicono che due mezze calzette non fanno un paio di calzini». E lui si è fatto una risata. «E allora – gli ho detto – si potrebbe fare così, perché questo (probabilmente Giovanni Minoli, direttore di Rai Educational, ndr) è uno che si impegnerebbe molto a tirare fuori l´azienda da questa condizione difficile». (...) E poi lui mi ha chiesto di altre cose. «C´è questa cosa del palinsesto», dico. «Noi perdiamo, forse, quella posizione, perché Nardello... «. E lui: «Ma Nardello è nostro». E dico: «E vabbè, e così sembrava». Dice: «Ma lì quella è una posizione strategica». «E sì, soprattutto quest´anno, perché da lì filtra l´offerta, si condiziona tutto». Lui mi ha chiesto: «E allora?». E io gli ho fatto il discorso di Giuliana (Del Bufalo, attuale direttore delle Testate parlamentari, ndr). Gli ho detto: «Giuliana potrebbe essere giusta, ha temperamento. È legata a lei e lei lo sa». Lui su questo ascoltava con attenzione e prendeva nota. (...) Soprattutto ha percepito due dati. Uno: la pericolosità per il sistema della debolezza della Rai. Se la Rai diventa troppo debole allora in pericolo è il sistema. Esplode il sistema. Questo lui l´ha capito con sufficiente preoccupazione. Gli ho spiegato la situazione del conto economico, gli ho spiegato che rischiamo di perdere la metà del capitale che abbiamo, 600 milioni di capitale, di dimezzarlo, di indebitarci. Inizia una spirale dalla quale rischi di non uscirne e ci può essere qualcuno che dice: «Vendiamo una rete». Se si vende una rete della Rai, Rai 1 o Rai 2, è chiaro che esplode il sistema. Mediaset non resta così com´è. Cambia tutto. Entrano in campo altri competitor. Certamente il cambiamento ci sarà, è inevitabile. Ma una cosa è governare i tempi, un´altra è se ti prendono di sorpresa. Lui mi ha detto: «Tu Sky come la vedi? È pericolosa?». Dico: «Sì, Sky sicuramente produrrà fiction, io lo dico da un anno. L´avevo detto anche a Confalonieri, suo figlio pensava che non poteva essere vero». (...) La fiction è strategica. Certamente per Rai, ma anche per Mediaset. (...) Devo dire che è stato molto carino con me...



UN SOS PER IDA
Urbani (U) chiama Saccà (S) e gli chiede una mano per la sua compagna Ida di Benedetto, titolare della Titania Produzioni – 18 giugno 2007 ore 17.51

U. Ti lancio un sos per Ida. Lei è in una situazione delicatissima. Come sai, lei non ha mai avuto il contratto per "Bakhita". Le altre due cose non so se sono in marcia o no, sono la Venturi e poi c´era il contratto di attivazione di Angelica perché questa condizione aziendale di Cappon ingessato ingessa tutto. (...)
U. Capisco, capisco. Vedi tu se riesci a sbloccare l´attivazione. Non ti dico nulla, poi per telefono è inutile... Ma questo miracolo, Agostino, dovresti farlo.
S. Va bene.


CON LE TETTE NON PUO´ FARE MADRE TERESA
Silvio Berlusconi (B), chiama Guido De Angelis (D), protuttore tv – 4 novembre 2007 ore 17.11


B. Senti, per le fanciulle mie, ti ringrazio, le avete convocate, credo, tutte, quelle che vi ho dato?
D. Eh, quasi tutte meno che una. Volevo un attimo capire...?
B. Avere la dimensione dell´impegno... Vogliono fare le dive?
D. Si, vogliono fare...
B. Marilyn Monroe...!
D. Si, (ride)
B. Sono tutte Marilyn Monroe...
D. Mata Hari, tutti questi personaggi, Giovanna D´Arco, non so se te ne ho già parlato..
B. Guido, tu proponi Madre Teresa di Calcutta, vedi che si tirano indietro...
D. No, (ride), veramente c´è stata, mi è stata proposta Madre Teresa di Calcutta, ma io ho detto: sì, con quelle tette, con i tacchi a spillo... (ride)


BISOGNA CAMBIARE IL DG
Giovanni Minoli (M), direttore di Rai Educational, chiama Agostino Saccà (S) – 19 giugno 2007 ore 15: 31


M. Mi ha detto Cuillo (viceresponsabile informazione del Pd, ndr) che gli hai espresso il tuo piano strategico, sei micidiale te.
S. Siccome lui mi ha detto «E´ una situazione brutta?» Io gli ho risposto: «E´ una situazione pessima perché manca una guida. Cambiate – gli ho detto – rapidamente, anche nell´interesse di chi sta lassù che non ce la fa, è in angoscia». «Vabbè – mi ha detto – ma mancano i voti?». "No, no...", gli ho detto.


FICTION SU SOFIA LOREN
Giancarlo Leone (L), vicedirettore generale della Rai, chiama Agostino Saccà (S) – 27 giugno 2007 ore 12.17


L. Un mese fa ti ho mandato una lettera nella quale ti segnalavo che sono venuti da me, mandati da Rutelli, ma impropriamente venuti da me, il produttore Saraceni e Maria Scicolone, la sorella di Sofia Loren. Hanno un progetto di fiction sulla storia della famiglia Loren. Indipendentemente dal fatto che interessi o non interessi, poiché è Rutelli che li ha mandati, io ti avevo scritto se comunque, per dare un segnale quantomeno di attenzione...
S. Sì, se davamo un´interlocuzione...
L. Perché io mi guardo bene dal dirti che è una cosa che va fatta. Se è interessante va bene, se non è interessante va bene lo stesso. Non abbiamo obblighi. La cosa importante è che entro qualche settimana voi chiamate qualcuno. Per dare un segno di attenzione. Perché queste persone hanno messo in mezzo il vicepresidente del Consiglio... Dopo di che, vada come vada.

LETTA PER IL FIGLIO
DI VENDITTI

Tra le varie telefonate intercorse tra Gianni Letta e Agostino Saccà ce n´è una in cui il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio chiede al direttore di Rai Fiction di raccomandare il figlio di Simona Izzo e Antonello Venditti, Francesco. Saccà si impegna a chiamarlo presto.

28 Giugno 2008
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02/07/2008 14:48

Maria Rosaria Rossi - deputato Pdl

Attendo ulteriori foto e informazioni dall'Etrusco su questa Onorevole che vedo x la prima volta in Parlamento... [SM=x44486] [SM=x44476]

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02/07/2008 14:50

Re: Maria Rosaria Rossi - deputato Pdl
b side, 02/07/2008 14.48:


Attendo ulteriori foto e informazioni dall'Etrusco su questa Onorevole che vedo x la prima volta in Parlamento... [SM=x44486] [SM=x44476]





Ecco tutte le foto dal Corriere.it


www.camera.it/cartellecomuni/leg16/include/contenitore_dati.asp?tipopagina=&deputato=d302970&source=%2Fdeputatism%2F240%2Fdocumentoxml.asp&position=Deputati%5CLa%20Scheda%20Personale&Pagina=Deputati/Composizione/SchedeDeputati/SchedeDeputati.asp%3Fdeputato...







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02/07/2008 15:30

Re: Maria Rosaria Rossi - deputato Pdl
b side, 02.07.2008 14:48:


Attendo ulteriori foto e informazioni dall'Etrusco su questa Onorevole che vedo x la prima volta in Parlamento... [SM=x44486] [SM=x44476]





Davvero notevole!!

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Per me si va nella città dolente, per me si va nell'eterno dolore, per me si va tra la perduta gente. Giustizia mosse il mio alto fattore... fecemi la divina potestate la somma sapienza e il primo amore... dinanzi a me non fuor cose create se non etterne... e io etterno duro... lasciate ogni speranza voi ch'entrate. (Dante Alighieri)

Gesù è venuto per salvarci dal peccato, ma continuo a vedere peccatori.
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02/07/2008 16:26

GNOCCA-GATE
– “LA TELEFONATA DI ... (NOME DEL MINISTRO) È QUELLA PIÙ FORTE.
ROBA DA PAURA. UNO SCANDALO.

C'È LEI CHE SPIEGHEREBBE A UN'ALTRA COME TRATTARE IL PREMIER... (UNA PRATICA CLINTONIANA)”…

Fabrizio d'Esposito per “Il Riformista”


Sono il Santo Graal della Terza Repubblica. Tutti le cercano ma non le trovano. È il Codice da Silvio
, che intriga molto, ma molto di più del blocca-processi e del lodo Alfano, testi aridi e noiosi. Ieri Dagospia ha annunciato che usciranno entro una settimana. E in quel momento, giura, si scatenerà l'Apocalisse. Testuale. Non a caso le redazioni dei quotidiani italiani sono in ansia da giorni e i loro direttori tentano di capire che cosa fare. Qualcuno le tiene chiuse in un cassetto, un altro le vorrebbe ma non ce l'ha, un altro ancora si augura che vengano censurate, come nel caso di Stefano Menichini di ‘Europa’.

Il più diretto, invece, è stato Vittorio Feltri di Libero: «Il vero guaio di Silvio è la gnocca». Insomma, a tenere banco tra gossip e realtà, parafrasando Ligabue, sono le presunte intercettazioni hard del Cavaliere su ministre, veline e attricette. Ossia i brogliacci telefonici usciti dall'inchiesta di Napoli sul duopolio collusivo Rai-Mediaset, quella su Saccà tanto per intenderci, e classificati come «non penalmente rilevanti». E tutto ciò fornirebbe inoltre una chiave di lettura ben precisa all'annuncio fatto ieri dal premier: «Sulle intercettazioni probabilmente ci sono i termini di necessità e urgenza per procedere con urgenza al decreto legge».



Sabato scorso il Riformista ha riferito che la telefonata più piccante riguarderebbe un'ex soubrette poi diventata ministro. [SM=x44466]
Il giorno dopo, sollecitata in merito dal Corriere della Sera, Giorgia Meloni di An, titolare delle Politiche per i giovani, se l'è cavata così: «Io? Io proprio no. Le sembro una con il fisico da showgirl?».
Dunque la Meloni non è. Chi resta? I nomi sono quelli lì e ieri poi un autorevole testimone de oculo, che sostiene cioè di aver letto qualche brano del prezioso Codice da Silvio, ha confidato a qualcuno che le ministre sarebbero addirittura due. In pratica, in una telefonata a un amico il premier farebbe una comparazione tra le qualità delle due donne. Solo voci? Pura fantasia? Fatto sta che in Transatlantico, ma anche altrove, non si parla d'altro.

Prima scena, ieri a Montecitorio.
Fuori nel cortile non si respira per il caldo.
Interlocutore maschio:
«La telefonata di ... (segue nome e cognome del ministro) è quella più forte. Roba da paura. Uno scandalo. C'è lei che spiegherebbe a un'altra come trattare il premier... (segue descrizione di una pratica già causa in un altro paese occidentale di impeachment)».


Altro capannello, altra telefonata:
«Il Cavaliere teme che esca una conversazione in cui riferirebbe a un altro le sue difficoltà...
(segue specificazione del campo in oggetto) e di come li avrebbe risolti grazie a un farmaco sperimentale».
Le due voci riportate sono poi indicative dei partiti che si stanno formando sul contenuto delle intercettazioni (sempre se ci sono) e sulle relative interpretazioni.


I partiti sono due. Il primo mette insieme deputati e senatori che concordano soprattutto su un punto: il Cavaliere non avrebbe nulla da perdere con queste telefonate. Anzi.
C'è pure chi ripete una frase pronunciata dal premier nei giorni scorsi. Questa: «Io paura? Sono altre a essere tormentate. Io sono tranquillo, non temo nulla. Al massimo verrà fuori che sono il più bravo anche in quello». [SM=x44488] Capito?
Il blocca-processi non sarebbe stato fatto per i dettagli scabrosi in incubazione alla procura di Napoli.
Il secondo partito, ovviamente, è convinto del contrario: il Cavaliere teme di perdere la faccia (tesi sostenuta anche da Feltri) per i particolari che verrebbero fuori. [SM=x44478]
Senza contare che poi lo scandalo investirebbe altri pezzi di governo. A quel punto non sarebbe esclusa una crisi.

Fantapolitica?
Può darsi, ma qualcuno ricorda che cosa successe quando furono rese pubbliche le insinuazioni su un ipotetico flirt tra Gianfranco Fini e un altro ministro.
Era qualche anno fa. Su un quotidiano uscì una conversazione intercettata al bar fra tre colonnelli di An e successe il finimondo, compresa un'epurazione ai vertice del partito.

Non solo. Terzo capannello a Montecitorio e altro interlocutore maschio:
«La vera questione non è il sesso. Uno scandalo del genere comporterebbe la separazione di Berlusconi dalla moglie Veronica. E a quel punto ciò che gli farebbero i giudici civili in una causa di divorzio sarebbe molto pesante.
Gli potrebbero portare via anche metà del patrimonio. Altro che i processi penali, qui rischia grosso».

[SM=x44497]

Riassumendo: in queste ore al centro della vita politica del paese ci sono le voci e i sussurri sulla vita privata del premier.
L'ennesimo conflitto d'interessi. Battute a parte, sarebbe in atto una vera e propria corsa contro il tempo per bloccare l'Apocalisse annunciata dal sito di Roberto D'Agostino.

Ieri, intervistato da Renato Farina per Libero , il presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga ha detto che stavolta per il premier è scattata «la soluzione finale».
Che comprende anche il gossip e le intercettazioni a luci rosse. Di qui la decisione del Cavaliere di dare una stretta alla pubblicazione delle conversazioni sui giornali: decreto legge coi caratteri di urgenza e necessità. Anche perché il ddl varato dal consiglio dei ministri ancora non ha cominciato il suo iter parlamentare. Altro che refuso allora. Quando, infatti, il governo decise di intervenire sulle intercettazioni ci fu il giallo del decreto legge: a Palazzo Chigi il ddl divenne dl e il Quirinale si pronunciò duramente contro un'ipotesi del genere. Il Cavaliere si difese dicendo che era tutta colpa di un refuso e non c'era dolo.

Adesso che invece è partito il conto alla rovescia sulle trascrizioni provenienti da Napoli, è rispuntato fuori il dl. E stavolta non si tratta di un refuso. Stando alle indiscrezioni, allora, ciò che avrebbe preoccupato dall'inizio il premier era soprattutto Napoli, non Milano con il processo Mills.
La risoluzione dell'enigma sarebbe contenuta in quelle pagine. Forse verranno fuori, forse no. In ogni caso la guerra tra il Caimano e le toghe non è destinata a fermarsi.
Dice un berlusconiano autorevole. «I magistrati hanno cercato di colpire il bersaglio in tutti i modi. E visto che non ci sono riusciti adesso sono pronti a far uscire l'ira di Dio sul premier».
La «soluzione finale» come profetizzato da Cossiga, che in casi come questi ci prende sempre.
[SM=x44499]


Fabrizio d'Esposito per “Il Riformista”, 02 Luglio 2008

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CAFONALINO - ROSARIA SGRANA LA TETTA ASSASSINA E IL GHOST-WRITER DEL CAVALIERE RIMANE TUTTO D’UN PEZZO - GUARDA COME CIONDOLO CON IL DONO DEL CALIFFO DI ARCORE…



1 – ROSARIA SGRANA LA TETTA

Testo e foto da Corriere.it - Il deputato del Pdl Mariarosaria Rossi nel corso del dibattito alla Camera sul decreto fiscale. La Rossi è alla sua prima legislatura: è stata eletta nella quindicesima circoscrizione Lazio 1. Ha 36 anni ed è originaria di Piedimonte Matese, in provincia di Caserta. Siede nella commissione giustizia della Camera. Ha il diploma di istituto tecnico commerciale (Emmevi)


2 – E IL GHOST-WRITER DEL CAVALIERE RIMANE TUtTO D’UN PEZZO
Chissà come faceva mercoledì mattina il ghost-writer del Cavaliere, il deputato Giorgio Stracquadanio, a lavorare per ore al pc al suo banco alla Camera senza muovere mai lo sguardo verso la scollatura da capogiro della sua popputa vicina di banco Mariarosaria Rossi. Quando si dice essere tutti d'un pezzo...



3 – GUARDA COME CIONDOLO
L’orribile ciondolo con il logo di Forza Italia - che brilla tra le ghiandola extra-mammarie della Rossi – è un dono del Califfo di Arcore.


Dagospia 02 Luglio 2008

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Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.
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02/07/2008 17:33

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02/07/2008 17:52

Re:
Etrusco, 17/04/2007 14.20:




quelle 2 strafighe more sulle ginocchia non si sa chi sono vero>????


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02/07/2008 18:38

Re:
Etrusco, 02/07/2008 17.33:





Non male direi.... [SM=x44451]


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