INTERCETTAZIONI INTEGRALI
– SILVIO: LE FANCIULLE MIE LE AVETE CONVOCATE TUTTE?
- MI È STATA PROPOSTA MADRE TERESA DI CALCUTTA, MA IO HO DETTO; SÌ, CON QUELLE TETTE, CON I TACCHI A SPILLO…
Da Corriere.it
1 - «STO LAVORANDO PER FAR CADERE IL GOVERNO»
La telefonata tra Berlusconi e Saccà: «Quella pazza della Antonella Troise si è messa in testa che io la odio»
La telefonata del 12.09.07 delle ore 15.18 da Silvio Berlusconi ad Agostino Saccà
(A.: Agostino Saccà; S: segretaria Saccà; P.: presidente Berlusconi).
A. Chi è?... Pronto?
S. Direttore Saccà, buonasera, la segreteria dei presidente Berlusconi.
A. Ah sì, grazie.
S. Glielo posso passare?
A. Certamente.
S. Grazie.
(Dopo qualche secondo di attesa:)
S. Direttore, ancora un istante, grazie.
A. Sì, grazie, certo.
(Dopo qualche secondo di attesa:)
P. Pronto?
A. Buonasera, presidente, come sta? Bene, bene...
P. Sto lavorando per far cadere il governo e conto di riuscirci.
A. E credo che ce la può fare... io le volevo...
P. lo le telefono per due cose...
A. Sì, sì.
P. Oltre... ti telefono per due cose oltre alla vicenda della Rai, naturalmente, per cui...
A. Sì, si.
P. Questo Fabiano Fabiani è anche uno con cui penso che tu sia amico, no?
A. Diciamo che lui ama la fiction, perché è stato presidente ed ho un buon rapporto...
P. Io anche ho un buon rapporto con lui, non gli telefono per salutarlo perché adesso sono in contro corrente e che in effetti devono darci il presidente, no, ecco, comunque, insomma, credo che, che non sarà disastroso...
A. No.
P. Credo che non sarà disastroso.
A. Penso che è uno che va a vedere i fatti concretamente e darà giudizio...
P. Va bene, senti un po', lui è stato direttore generale della Rai, no?
A. Lui è stato vice direttore.
P. Vice direttore generale.
A. È stato direttore del Tg1, ma parliamo degli anni Sessanta, poi direttore dei "culturali", poi vice direttore generale, poi è uscito, è andato in lri a fare il presidente delle autostrade...
P. Eh.
A. Poi dopo Autostrade, è passato a fare il direttore di Finmeccanica centrale, poi ha fatto l'amministratore delegato di Finmeccanica e lì ha venduto l'Alfa Romeo alla Fiat, e c'è questa cosa, tutta questa vicenda qui, e poi è andato a Napoli a ge... a fare quel discorso dei recupero dell'ex area Finsider, no, e non ha cavato un ragno dal buco, e poi Veltroni l'ha nominato prima presidente di Roma expo, che è una società sulle esposizioni romane, e poi direttore generale di coso, di... di... di Acea, e da direttore generale di Acea ha fatto una grossa operazione, questa se la faccia tirare fuori, di, come dire, di affidamento a... a, come dire, a Copservizi, è una cosa molto grossa, molto, molto grossa di un carico importante, e... e... e di tutte le municipalizzate di Roma, eccetera...
P. Comunque è uno capace...
A. È uno che è molto capace.
P. È uno che mi "faceva" ricordo perché diceva che i figli li picchiava con i pugni...
A. Sì, sì, no, è uno molto capace e che poi, che giudica sui fatti, allora... è come lei, presidente, quando io parlo di lei, dico: ma a Berlusconi non gliene frega, l'importante è che i gatti pigliano i topi...
P. Sì, sì.
A. Se sono neri, sono rossi, sono bianchi...
P. Va bene...
A. Per lui...
P. Grazie, grazie mille... allora, le due cose per cui ti disturbo, Agostino, sono...
A. Sì, sì.
P. Una, e... e... e perché, e... e... e tu mi hai parlato di quel calabrese...
A. Sì.
P. Eletto in Australia...
A. E lì, su quello io ho delle notizie importanti, molto importanti...
P. Ecco...
A. E possibilmente positive, se governata la situazione...
P. Sì, e allora io su quello sono interessato, che sto facendo l'operazione, sto cercando di aggregare più senatori possibili, no...
A. Sì.
P. Ecco, quindi su quello se hai delle cose da dirmi, se poi ti...
A. lo delle cose, se vuole gliele posso già dire al telefono e poi...
P. Sì, sì, dimmele, vai, dimmele, dimmele.
A. Allora, lui era il direttore... non è vero quello che mi avevano detto, perché lui in realtà di cultura era più, come dire, laburista, lì, no...
P. Uhm.
Antonella Troise
A. Questo è il dato, però, però, però... e dirigeva, non come mi è stato detto, "La Fiamma di Sidney", ma l'altro giornale della stessa proprietà, che è una proprietà di italiani che vengono dal Veneto, importanti, che sono grandi importatori dall'Italia di prodotti alimentari...
P. Eh.
A. E lui è un uomo di questi, signori, praticamente, di questi signori qua... lui ha fatto due cose... intanto sta tornando poco in Australia, sta tornado molto poco, se vi dico come... perché fu un mio amico, e... e... e carissimo, che tra l'altro vive a Milano, è noto, eccetera, è cugino di un grande ristoratore australiano, e questo signore andava tutte le sere a mangiare quando usciva dal giornale, a mangiare... e quindi so tutto proprio... e allora, lui ha fatto due cose, uno, ha dichiarato alla radio degli italiani in Australia che se il governo non fa entro quest'autunno, non approva comunque un disegno di legge sulla doppia cittadinanza per gli italiani d'Australia, lui lascia... evidentemente dice l'amico, e... e... e come dire, ristoratore, si sta preparando il modo per uscire, perché, evidentemente, sta riflettendo chi lo rielegge la prossima volta, ed è chiaro che il governo non ce la fa a fare un disegno di legge, approvarlo sulla doppia cittadinanza in Australia, e poi perché agli italiani e non ai sudamericani, eccetera, eccetera... l'altra cosa è che, e... e... e, lui torna pochissimo in Australia, sta motto qui in Italia, il giornalismo per lui è importante, è importante il futuro, chi l'aiuti... quindi, glielo vorrei dire meglio a voce, diciamo, presidente...
P. Sì, ma senti un po', c'è una persona che potrebbe, che potremmo usare per contattarlo...?
A. Sì, c'è questo mio amico, questo mio amico che è un commercialista importante, di origine calabrese, che sta a Milano, che tra l'altro è nostro probiviro, lì, di Forza Italia a Milano, quindi è uno proprio nostro...
P. Di casa.
A. Nostro, importante, che io mi sono rivolto a lui sapendo che lui aveva questo cugino che era... aveva una catena di ristoranti importanti in Australia, e lui subito mi ha detto tutto...
P. Allora se tu puoi...
A. E lui si propone proprio per dire: allora se devo essere l'uomo di contatto, allora divento l'uomo di contatto...
P. Se tu potessi combinare un incontro con Marinella di questo signore a Milano con me lunedì o martedì prossimo, mi faresti una cortesia.
A. È troppo presto, presidente, ci dobbiamo dare... non ce fa faccio in così pochissimo tempo.
P. No, ma no del... del dep... del senatore...
A. Ah.
P. Del probiviro.
A. Ah, certo, del nostro amico, del nostro, e... e... e del commercialista, subito...
P. Va bene.
A. Questo lo faccio immediatamente.
P. Va bene; punto primo, e questo grazie e moltissimo...
A. Sì.
P. Punto secondo, quella pazza della Antonella Troise...
A. Sì.
P. Si è messa in testa che io la odio...
A. Sì.
P. Che io ho bloccato la sua carriera artistica...
A. Ma...
P. È andata a dire delle cose pazzesche in giro... ti chiedo questa cortesia, di farle una telefonata...
A. La chiamo...
P. E di dire: guarda che, e... e... e fissare un appuntamento, non lo so, dire che c'è qualche cosa, e di dire che io ti ho tolto la tranquillità perché sono un po' dì settimane che continuo a dirti: io devo far lavorare la Troise...
A. Va bene.
P. Perché c'è il padre che sta morendo e ha bisogno di soldi...
A. Va bene, la chiamo, la convoco...
P. Scusa, dille, sottolinea un mio ruolo attivo...
A. Va bene.
P. Perché io continuo a dirglielo, ma lei dice pensa che io le sia di ostacolo addirittura, che è una cosa folle, io non sono mai stato di ostacolo a nessuno in vita mia in nessun campo... va bene, però è pazza e quindi...
A. Sì.
P. Fammi questa cortesia perché sta diventando pericolosa.
A. Va bene; ho un'altra cosa da dirle io, perché io ho visto pure Pietro Fusa, però so che lì sta andando anche un altro discorso avanti, eccetera, quelle due....
P. No, lì così siamo fermi invece.
A. Allora le dico quello che mi ha detto, glielo dico rapidissimamente, eccetera, lui mi ha detto, dice: guarda, Agostino... lui poi è di poche parole, è stato due ore a casa mia, è venuto lui a casa mia in Calabria, a casa di mia sorella, ha detto: guarda, Agostino, intanto apprezzo questa cosa che Silvio ha messo te, che vuoi dire che allora mi rispetta e mi stima, perché io ti consi... le dico quello che mi ha detto, ti considero un grande intellettuale, un uomo importante...
P. Bene.
A. E quindi vuol dire che, che mi valuta per quello che io merito, eccetera, però ti dico due cose che devi dire a lui, allora, uno, che io sto con lui, cioè, voglio dire, li odio questi qua, io sono democristiano, dico, non sono che so stato costretto a finire lì... due, che quand'anche io passo, se luì non risolve il problema di Casini, perché io vivo al Senato, in piedi il governo lo tengono i senatori di Casini...
P. No, non possono tenerlo i senatori di Casini, perché Casini si sputtanerebbe definitivamente di fronte a tutti...
A. No, però di fatto, sotto sotto...
P. No, no, ma sotto sotto noi denunceremmo con grande violenza tutto questo, andrei io in televisione a dire: questo Casini è un porco traditore e, quindi, squalificato per sempre della scena politica dei liberali.
A. Però lui mi ha detto: questo è il problema, perché siamo in dieci, non ce la facciamo più, mi ha detto...
P. Sì, sì, sì...
A. Non ce la facciamo più.
P. Infatti io ce ne ho diversi, io sto facendo la corte a più di venti.
A. Un'altra cosa che lui mi ha detto... io ho detto: sì, però io... se Berlusconi si è scomodato per chiamarmi, io la cosa gliela devo portare, dico: Pietro, mica ci muoviamo, perdiamo tempo, voglio dire, dai, dico io gli posso comunque dire una cosa, che se lo aggredissero personalmente sulle sue sostanze, sulla sua azienda, sulle sue cose, tu non ci stai, garantisciglielo, m'ha detto, questo glielo puoi garantire...
P. Grazie.
A. Poi sul resto vediamo... questo garantisciglielo, che su questo io non ci sto, e lo dichiaro, perché è una persecuzione, sarebbe una persecuzione personale...
P. Va bene, grazie mille; senti...
A. Il resto, io...
P. Allora adesso io Fusa penso di cucinarmelo io, gli telefono direttamente io, lo invito io.
A. Eh, io so che, che lui... qualcosa c'è, perché lui mi ha detto: e ma io poi lo vedo... cioè, capito, lui me l'ha detto questo...
P. Va bene.
A. Dico: benissimo... va benissimo, così gli ho detto...
P. Va bene... va bene.
A. Poi, presidente, quando può e quando vuole, io le devo dire anche altre cose, la Rai, ma comunque...
P. Va bene, quando vuoi telefona alla Marinella...
A. Va bene, va bene.
P. Glielo dico e fissiamo un appuntamento subito.
A. Intanto io con Marinella mi metto d'accordo per mandarle il Pilello...
P. Come si chiama?
A. Pilello, Pietro Pilello
P. Pivello?
A. Pietro Pilello.
P. Pilello.
A. Tra l'altro è un personaggio anche importante a Milano, perché è nella commissione tributaria di Milano...
P. Benissimo, benissimo.
A. È una persona seria...
P. Grazie mille.
A. Va bene, presidente...
P. Grazie.
A. Buon lavoro.
P. Grazie moltissimo, Agostino, ciao.
A. Comunque le voglio dire una cosa, che sul territorio ho trovato un consenso verso di lei, in Calabria, per cui è papa subito. (ride)
P. (Ride) Va bene.
A. Ma è una cosa meravigliosa.
P. Va bene, grazie mille.
A. Arrivederla.
P. Ciao, grazie molto, grazie.
2 - BERLUSCONI A SACCÀ: “QUELLA PARTE LÌ, PER UNA TROISE NON ANDAVA BENE?”
Telefonata N.7208 del 30.10.07 ore 17.41
LEGENDA
A. = AGOSTINO SACCA'
S. = SEGRETARIA SACCA'
P. = PRESIDENTE BERLUSCONI
A. Pronto?
S. Pronto, buonasera dottor Saccà, le passo il presidente Berlusconi
A. Grazie
S. Grazie
P. Agostino...
A. Buonasera, presidente, come sta?
P. Ciao; ti chiedo scusa, se io... bene, sono diventato nonno stamattina, ho un nipotino di quattro chili...
A. Complimenti!
P. Sì, sì, sembra tutto bene... senti, sto lavorando bene per il Governo, quindi sono abbastanza sereno. Senti una cosa, mi telefona la signora Marta Flavi...
A. Sì
P. E mi dice che sta trattando per "Incantesimo" una parte, e che tutto dipende da te, io non ho nessun rapporto con la signora Flavi, ti riferisco soltanto che lei si è fatta viva telefonando...
A. La Flavi... la Flavi non è un'attrice, quindi è, come dire, un po' complicato, comunque...
P. Ho capito
A. Me ne occupo e lo vedo...
P. Ma vedi un pochettino, insomma... soltanto, in questo caso, ti dico la verità, far sapere che ho fatto una telefonata...
A. Va bene
P. Tutto qui, non ho nessuna... interesse se non il fatto di dire sì a chi chiede una cortesia...
A. Va bene...
P. Tutto qua
A. Presidente
P. Ecco, quella parte lì, tra l'altro, per una... quella là, per una Troise non andava bene?
A. Non credo, non credo
P. No? Va bene, vediamo un po'
A. Adesso vedo
P. Va bene, scu...
A. Mi metto d'accordo con Marinella per la settimana prossima, per quando ci si vede
P. Sì, benissimo, benissimo
A. Arrivederla, presidente
P. Ti chiedo scusa, ma quando uno è nella mia posizione riceve queste cose...
A. Non c'è problema, presidente
P. E non può, non può che smistarle
A. E poi non ha mai fatto pressioni, che è così gentile sempre, se le cose si possono fare, bene, se no...
P. Eh...
A. Bene, presidente
P. Allora vedi tu di dargli un riscontro, comunque
A. Grazie, ci sentiamo
P. Grazie di tutto.
3 - LE FANCIULLE MIE LE AVETE CONVOCATE TUTTE?
Telefonata del 4.11 07 ore 17.11 da Silvio Berlusconi a Guido De Angelis
(D.: De Angelis; S.: segretario presidente; B.: Berlusconi).
D. Pronto?
S. Sì, buonasera, Villa San Martino ad Arcore, è il dottor Guido De Angelis?
D. O meglio sono io.
S. Le passo il dottor Berlusconi; buonasera.
D. Grazie mille, buonasera.
(Dopo qualche secondo di attesa:)
B. Pronto?
D. Ciao.
D. Bene, tu stai bene?
B. Tutto bene, sì, sì... lavoro troppo, ma insomma.
D. Eh, lo vedo, lo vedo...
B. Uhm, uhm.
D. Sento, mamma mia, come...
B. Allora...
D. Dimmi... allora, ci vediamo?
B. E, dunque, guarda, io, e... e... e ho, questa settimana qua avevo, ho sparato con mio figlio, non siamo riusciti a combinare i nostri, e... e... e...
D. Sì.
B. Il nostro stare insieme, perché quando io sono a Milano lui è a Madrid, quando io sono a Roma lui è a Milano, quindi ci siamo dati appuntamento, con le agende reciproche, martedì per fissare di fare quest'incontro.
D. Martedì, questo?
B. Questo mar... sì, sì, ci troviamo io e lui martedì mattina, prima che io parta per, per una cosa del genere, e, e siccome lui dorme qui ed io dormo qui, martedì ci troviamo per colazione alle nove e vediamo di fissare un appuntamento; tu preferisci a Roma o a Milano?
D. Ma dove vole... no, a Milano, io non voglio... voglio arrecare meno fastidio possibile, per cui per voi...
B. Va bene.
D. A Milano, anzi io, io adesso stavo andando a Milano ma torno indietro adesso, non c'è problema...
6. Sì, sì.
D. Giro la macchina e torno, hai capito?
B. Perché stavi venendo a Milano per che cosa?
D. E per, e... e per... se l'incontro era lunedì era meglio che stavo a Milano fin da stasera, hai capito?
B. Ah, ho capito, ho capito.
D. Ma...
B. Ma io purtroppo parto stasera per Roma, perché mi hanno chiesto di parlare domani mattina alla Cisl e siccome e... e... e, questo Bonanni della Cisl controlla tre senatori...
D. Eh, lo so, infatti.
B. E sono costretto ad andare indietro a questa cosa.
D. Immagino; quindi, quando pensi che sarà, grosso modo?
B. Ma guarda, in settimana, ma verso giovedì, venerdì, insomma.
D. Verso giovedì... ma dove, a Milano o a Roma?
B. Ecco, adesso te lo so dire solo martedì mattina.
D. Va bene, allora ci sentiamo...
B. Perché lui era via e non aveva l'agenda dietro.
D. Va bene, allora...
B. Senti, per le fanciulle mie, ti ringrazio, le avete convocate, credo, tutte, quelle che vi ho dato?
D. Eh, quasi tutte meno che una, che non ancora... volevo parlarti un attimino a quattr'occhi per capire bene, perché, e... e... e chiedono e allora volevo, volevo un attimino capire...
B. Avere la dimensione dell'impegno.
D. Come?
B. Avere la dimensione...
D. Avere la dimensione dell'impegno e come mi posso regolare...
B. Sì.
D. Perché almeno mi regolo io, però l'importante, io, è avere la dimensione, perché se uno sente loro, e... e... e va bene...
B. Vogliono fare le dive?
D. Sì, vogliono fare...
B. Marilyn Monroe!
D. Sì. (ride)
B. Sono tutte Marilyn Monroe!
D. Matha Hari, tutti questi personaggi, Giovanna D'Arco, non so se te ne ho già parlato, Giovanna D'Arco...
B. Guido, tu proponi Madre Teresa di Calcutta, vedi che si tirano indietro.
D. No. (ride) Veramente c'è stata, mi è stata proposta Madre Teresa di Calcutta, ma io ho detto; sì, con quelle tette, con i tacchi a spillo. (ride)
B. (Ride) Va bene, io per caso, invece, ho incrociato a Roma...
D. Eh.
B. Una tua attrice... tu fai "Vivere", no?
D. No, no, no, no, no.
B. Ah, non lo fai tu "Vivere"?
D. No, no, no.
B. Chi lo fa?
D. "Vivere" lo fanno su alla "Endemol", credo, no.
B. Ah, lo fa la "Endemol", ah, la "Endemol", ho capito.
D. Eh.
B. No, allora ho conosciuto per caso, mi è stata solo presentata "en passant" in un corridoio...
D. Eh.
B. Una che faceva "Vivere", e credevo che "Vivere" lo facessi tu; tutto qui, no, no.
D. Ah, no, no, no.
B. Va bene, allora, senti, ti chiamo io martedì mattina e fissiamo l'appuntamento.
D. Ed in settimana sarà, vero?
B. Va bene, sì.
D. Grazie mille.
B. Ciao, Guido.
D. Non stancarti troppo.
B. Ciao, grazie.
D. Ciao, ciao.
B. Ciao, ciao.
4 - BERLUSCONI A DE ANGELIS: «CHIAMATE
LA MANNA, È FRUSTRATA»»
Telefonata N.194 del 26.10.07 ore 11.56
LEGENDA
D. = DE ANGELIS GUIDO
S. = SEGRETARIA PRESIDENTE
P. = PRESIDENTE BERLUSCONI
D. Sì, pronto?
S. Buongiorno, è il dottor De Angelis?
D. Sì, sono io
S. Buongiorno, le passo il presidente Berlusconi
D. Grazie mille
S. Grazie a lei
Dopo qualche secondo di attesa:
P. Guido...
D. Buongiorno; come stai?
P. Bene, bene, e sono a lavoro da prestissimo su questa cosa del Senato
D. Eh, eh, dai, datti da fare... senti, ti volevo dare soltanto, e, e, e, ho le... ho sentito il tuo disco, "L'ultimo amore", io t'avevo promesso che ti davo un mio parere...
P. Sì
D. Allora, le canzoni che io preferisco sono, in ordine: "Il fantasma di un amore"...
P. Sì
D. Due, "Mi dici addio"...
P. Sì
D. E tre, "L'ultimo amore"
P. Ah, bene
D. Sono belle, sono, e, e, e, prendono, sono toccanti, sono...
P. Bene, bene, bene, va bene... bene, insomma, è un divertimento, è un "divertismama", mi fa piacere che uno come te abbia, le abbia trovato buone
D. Le ho trovate buone senza...
P. Grazie; io invece ho messo su il tuo disco...
D. Eh, eh?
P. E sono stato strappato dall'ascolto, da, da, dalle, e, e, e, dalle, e, e, e, terribili telefonate che mi venivano ieri sera dal Senato, dove li abbiamo messi sotto per ben sette volte
D. Sette volte sotto sono andati?
P. Sì, sì, va bene, ho sentito solo la prima e perciò mi riservo di sentirle..
D. Di risentirle
P. In questi giorni di vacanza
D. I vecchi devi sentire
P. Va bene
D. Senti, allora, ti volevo dire, ho chiesto anche a, a Valentino, poco fa, quelle persone che io contatterò...
P. Sì
D. Devo dire che, che l'input viene da, insomma, dalle parti vostre?
P. Sì, sì, da me, da me, di' pure alle, alle interessate di' pure assolutamente da me.
D. Ecco, benissimo
P. Se potete fare una telefonata oggi a
questa Manna, perché è in uno stato di frustrazione assoluta...
D. Perfetto, facciamo...
P. Se puoi chiamarla tu personalmente...
D. La chiamo io personalmente fra cinque minuti
P. Esatto, dicendole che io sono intervenuto, che ti ho detto, ho fatto con insistenza, di' pure...
D. Va bene
P. E che perciò ti metti... vediamo se riusciamo a fare una cosa proprio per lei
D. Sì, va bene
P. Grazie
D. Un abbraccio
P. Grazie di cuore
D. Ciao, ciao, ciao.
5 - «MI STANNO FACENDO UN MARE DI CASINI»
Telefonata di Berlusconi al produttore De Angelis
Telefonata del 5.11.07 ore 18.47 da Silvio Berlusconi a Guido De Angelis
(D.: De Angelis; S.: segretaria presidente; B.: Berlusconi).
D. Sì, pronto?
S. Sì, buonasera, è il dottor Guido De Angelis?
D. Sono io.
S. Buonasera, segreteria del presidente Berlusconi...
D. Sì, grazie.
S. Le passo il presidente, grazie.
D. Grazie.
(Dopo circa un minuto di attesa:)
P. Guido...
D. Sì, ciao.
P. Ecco, allora, senti, io verrei su a Milano...
D. Sì.
P. Per fare questo tuo incontro...
D. Sì.
P. Domani ad Arcore...
D. Sì.
P. Io parto alle dodici e quindici da Roma...
D. Uhm, uhm.
P. Ed arrivo perciò una e mezza, una e tre quarti ad Arcore.
D. Ah, e allora io parto domani mattina con il primo aereo e...
P. Tu dove sei?
D. lo sono a Roma ma... ma tu vai in macchina? Sì, in macchina, vai in aereo?
P. No, allora vieni su con me, scusami.
D. Ah, va bene, ma da dove?
P. Dall'aeroporto militare di, e... e... e... dall'aeroporto militare di Roma.
D. Ah, e sarebbe, quale sarebbe, quello dell'Urbe?
P. No, l'aeroporto militare è Ciampino...
D. Ciampino.
P. E c'è... la stazione, non è quella dei voli generali, ma è la stazione militare.
D. Va bene, io... a che ora dovrei stare lì?
P. Ma andiamo... se partiamo alle dodici e quindici...
D. A mezzogiorno?
P. A mezzogiorno, insomma.
D. Ah, va bene.
P. Poi siamo noi e, quindi, non c'è bisogno di fare nessuna...
D. Nessuna...
P. Nessuna... quando arriviamo, arriviamo, insomma.
D. Va bene, va bene. Come, come stai?
P. Dodici e quindici... adesso devi darmi la targa della tua auto perché lì c'è un controllo, per farti entrare devono avere il nome e la targa.
D. Ah... arrivo... ho preso...
P. Niente, telefona alla mia segreteria domani mattina.
D. Ah, telefono alla...
P. Domani mattina, sì, alla mia segreteria.
D. Telefono a Marinella?
P. Se invece ti viene più comodo di venire qui a prendermi in ufficio...
D. E certo.
P. Vieni da me in ufficio e andiamo là insieme.
D. Ah, allora vengo, vengo senza macchina, allora?
P. Sì, vieni qui con una tua macchina, ti fai accompagnare...
D. Sì.
P. E... e andiamo insieme.
D. Li, a cosa, a Palazzo Grazioli?
P. A Palazzo Grazioli.
D. A che ora vengo?
P. Allora, dodici e quindici decollo, vieni alle dodici meno un quarto.
D. Ah, dodici meno un quarto, benissimo, allora domani mattina sono là.
P. Undici e quarantacinque.
D. Sono lì, sono lì domani mattina.
P. Eh, si può partire anche alle dodici e mezza, intendiamo... guarda, facciamo così, vieni qui a mezzogiorno, che partiamo alle dodici e mezza, dai.
D. No, a mezzogiorno...
P. Tanto siamo noi, mio figlio lo facciamo atterrare un attimo...
D. (Ride)
P. Dodici e mezza.
D. Va bene.
P. Alle dodici qui da me, decolliamo alle dodici e trenta.
D. Perfetto, alle dodici sono...
P. Sono da me... ciao.
D. Come stai? Tutto bene?
P. Bene, bene... sì, mi stanno facendo un mare di casini, ma non fa niente...
D. Ah, sì?
P. Siamo forti!
D. Siamo forti!
P. Ciao.
D. Ciao, a domani.
P. Allora, mezzogiorno qui da me.
D. A mezzogiorno da te. Ciao, ciao.
P. Ciao, grazie.
Corriere 27 Giugno 2008
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